Aggiornamento: ecco la Direttiva che modifica il regime della circolare Gabrielli, emanata il 18 luglio 2018.
È della metà di luglio la notizia che al Ministero dell’interno si vogliano affrontare le difficoltà arrecate dalla nota del Capo della Polizia Gabrielli, generata da una reazione “a caldo” – forse troppo – dovuta ai fatti di Piazza San Carlo a Torino. Molte associazioni di imprenditori, i sindaci, l’ANCI e tanti esponenti politici che hanno proposto interrogazioni parlamentari, hanno lamentato che dal giugno 2017 è molto lungo, difficile e costoso, organizzare manifestazioni culturali ed eventi di piazza. Sono innumerevoli le manifestazioni che sono saltate a causa di una procedura complessa, che vede l’azione di numerosi soggetti pubblici, la necessità di produrre documenti predisposti da professionisti e l’adozione di misure di sicurezza spesso sovradimensionate e poco “sicure” – è il caso di dire.
Nonostante alcune circolari applicative che hanno tentato di attenuare la pressione sulle Commissioni di vigilanza e sugli imprenditori, molto spesso l’obbligatorietà della presenza di addetti con specifica formazione – gli steward – e la trasformazione di spazi aperti o con numerose vie di esodo, come le piazze cittadine, in aree confinate ha reso le manifestazioni più difficili da organizzare e ha elevato i costi, rendendoli in molti casi insostenibili rispetto alla natura della sagra, del mercatino o del concerto in piazza. Si sono perse occasioni per fare cultura, spettacolo e aggregazione. Un danno grande per la socialità dei cittadini. Molti Sindaci sono stati costretti ad autorizzare eventi rispondendone personalmente, perché altrimenti non sarebbe stato possibile effettuarli. Non a caso, in una recente intervista sulla questione, il Capo della Polizia ha affermato “preferisco sempre finire la mia giornata conoscendo su chi gravi un obbligo giuridico e in cosa esso consista, piuttosto che svegliarmi il giorno dopo, più o meno frastornato, per scoprire che quel soggetto ero io”. Insomma, qualche commentatore ha rilevato che questa affermazione conferma la pratica del più noto sport italico, praticato nel settore pubblico.
Da indiscrezioni sul web parrebbe che ” il Ministero dell’Interno sta mettendo a punto la circolare che dovrebbe essere diramata già la prossima settimana. Secondo quanto trapela da Roma, il testo prevede che per le piccole manifestazioni sia sufficiente l’autorizzazione del sindaco, emessa sulla base del piano di sicurezza predisposto dall’organizzazione e con il riscontro dell’ufficio tecnico comunale, ma senza più l’intervento della commissione di vigilanza. I grandi eventi, invece, verranno divisi in tre fasce a seconda della quantità di partecipanti (fino a 5.000, da 5.000 a 15.000, oltre i 15.000): per ciascuna saranno fissate le valutazioni del rischio e le relative linee-guida.”
E il luna park?
Cosa dire del luna park? In alcuni casi non è stato possibile autorizzarne l’apertura e gli esercenti hanno perso il lavoro, in altri la Questura ha addirittura denunciato il Sindaco che aveva concesso l’autorizzazione d’autorità, per non privare i cittadini di un sano e popolare divertimento.
I due problemi più evidenti
Alla base di queste negatività c’è un primo problema: l’impianto della nota Gabrielli e delle circolari applicative è retto dall’assunto che ogni manifestazione abbia un soggetto organizzatore. Non è così: nel luna park una figura simile a quella dell’organizzatore si ha di fatto quando si occupano aree private. Nel resto dei luna park, con rare eccezioni, ogni singolo esercente richiede la licenza di esercizio e l’occupazione del suolo pubblico a proprio nome.
Anche in parchi temporanei composti da 150 singole ditte, non c’è un soggetto organizzatore ma è l’Amministrazione comunale a gestire gli aspetti autorizzativi dell’evento. A chi del 150 esercenti competono dunque le spese per la stesura della planimetria e del piano di sicurezza? Chi dei 150 compilerà la richiesta di sopralluogo della Commissione di vigilanza? A quale esercente competerà la richiesta di preventivo per le dotazioni di sicurezza? In effetti non può che essere il Comune a doversene occupare. Del resto una parte dei proventi per l’occupazione del suolo pubblico può essere spesa dall’Ente pubblico per garantire la sicurezza dei cittadini e organizzare al meglio le occasioni di intrattenimento e spettacolo.
Il secondo problema, sostanziale, riguarda il concetto di capienza, necessario – secondo la nuova disciplina – per adottare le misure di sicurezza. Il luna park apre per molte ore di seguito e non ha biglietto d’ingresso. Dunque i cittadini accedono quando desiderano e da qualsiasi accesso. Non è di fatto possibile calcolare una capienza effettiva, perché non si tratta di un concerto o uno spettacolo a pagamento, che avviene in spazi recintati e a un orario specifico. Il pubblico si muove fluidamente e con altrettanta fluidità abbandona il luogo dell’evento. Con la circolare Gabrielli si arriva invece a richiedere di segregare e compartimentare aree libere, che tutti i tecnici esperti di sicurezza degli eventi considerano le più sicure in assoluto. Imponendo il presidio dei varchi e il conta persone si creano di fatto “tappi” e rallentamenti al naturale flusso del pubblico, causati dall’utilizzo di transenne e steward, invece di facilitare accesso ed esodo tenendoli sgombri da perso e cose, come si fa da decine di anni.
Il luna park ha specificità che la circolare Gabrielli non disciplina chiaramente. Il settore rispetta le regole del TULPS, che prevedono l’agibilità di cui all’art. 80, il coinvolgimento delle Commissioni di vigilanza, i collaudi annuali e le certificazioni di corretto montaggio delle attrazioni, il libretto dell’attività aggiornato con collaudi e manutenzioni, impianti elettrici a norma… In sostanza il luna park è un luogo sicuro e le statistiche lo confermano da decenni.
Gli esercenti hanno imparato a convivere con termini stranieri, come “new jersey” e “steward”, hanno dovuto modificare la loro formazione antincendio – da sempre richiesta dai Vigili del Fuoco come a rischio Medio – in quella per Alto rischio, come se il luna park fosse una raffineria…
Riuscirà il Ministero dell’interno a rendere le procedure meno cervellotiche e sovrabbondanti, evitare che le Commissioni operino spaventate dalle responsabilità e tornare a procedure che si sono mostrate efficienti rispetto alla sicurezza di tutti?