Il settore dell’Amusement è condizionato da regolamentazioni inapplicabili: il dato emerge in tutta la sua drammaticità nel corso delle fiere dell’Automatico di Bergamo e Rimini. Si tratta di eventi privi di attrazione, perché la disciplina del gioco automatico senza vincite in denaro impedisce di fatto di sviluppare il mercato con apparecchi che rispondano meglio ai mutati gusti del pubblico e dotati di nuove tecnologie. Non solo: c’è grande incertezza anche per i gestori che hanno investito per l’acquisto di apparecchi che, secondo la disciplina emanata nel 2021, dovrebbero essere sottoposti a omologazione anche se in esercizio da anni.
Le difficoltà sul piano autorizzativo
Ai principi spesso si oppone la realtà: il numero degli Organismi di Verifica, che dovrebbero omologare i giochi più recenti prima che siano immessi sul mercato, ma anche di decine di migliaia di apparecchi in esercizio, si dice si sia ridotto a una sola una unità: non c’è infatti alcun interesse economico visti i vincoli alla certificazione introdotti dalla Regola tecnica, la DRTEC e n. 172999 del 1 giugno 2021. La disciplina prevede che tutti i gestori di apparecchi di puro intrattenimento, siano autorizzati come spettacolo viaggiante o meno, devono rivolgersi a un organismo di verifica e sottoporre ogni singolo apparecchio delle decine di migliaia già in esercizio a omologa, visto che spesso il produttore o l’importatore ha cessato l’attività e non può omologare alcun prototipo. La procedura, del costo di alcune migliaia di euro ad apparecchio, prevede inoltre la fornitura all’ OdV del codice sorgente, cioè il punto di partenza di un software eseguibile che spesso gestisce il gioco. Il software ovviamente è protetto da copyright e facente parte del know-how di aziende di rilevanza mondiale e non è reso disponibile all’acquirente o importatore del gioco. Si entra dunque in un circolo vizioso sul quale ADM non ritiene purtroppo di intervenire risolvendo il problema alla radice, ovvero modificando la Regola tecnica, irrisa da tutti i produttori internazionali, in quanto all’estero il settore è regolamentato con una disciplina praticabile ed efficace.
La situazione di stallo
Anziché porre mano alla regola tecnica, licenziata da un super dirigente che è ora spesso sui giornali, ADM continua ad attendere indicazioni dal Governo e a disporre proroghe di termini, rimandando di anno in anno l’applicazione di regole oggettivamente inattuabili e da modificare.
La politica è molto attenta al gioco con vincita in denaro ma sta di fatto abbandonando al proprio destino quello di pura abilità, rivolto a genitori che sfidano i figli, ad adolescenti che finalmente escono di casa, si ritrovano con gli amici di persona e lasciano in cellulare in tasca, a nonni e nipoti durante le vacanze estive.
Siamo in presenza di un corto circuito di norme e competenze che da anni sta uccidendo il mercato, ne impedisce lo sviluppo, l’aggiornamento dei giochi e non offre alcuna garanzia ai gestori che hanno già acquistato apparecchi dal costo significativo, costretti a operare in un regime di proroga, che rimanda la soluzione dei problemi, ben noti all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Quest’ultima da soggetto regolatore del mercato rischia di trasformarsi involontariamente in “custode del cimitero”.
Quale soluzione per l’Amusement?
ADM, il regolatore, rivendica il suo ruolo esecutivo e rinvia la soluzione del problema alla emanazione di nuove norme, quindi alla politica, il Ministero delle Finanze, attento al gettito erariale, è orientato a regolamentare con nuove disposizioni solo il gioco con vincita in denaro, che porta nelle casse dello Stato miliardi di euro, grazie alla delega fiscale che non ha purtroppo compreso anche il gioco senza vincite in denaro, nonostante gli emendamenti presentati dalle associazioni di settore.
Eppure è evidente che la regolamentazione che obbliga a sottoporre a omologazione tutti i giochi presenti sul mercato, esclusi quelli dell’elenco AMEE (flipper, biliardini, kiddie rides ecc.), successivamente liberati a seguito dell’esercizio del buon senso e su pressione di associazioni e organismi, è del tutto sovradimensionata rispetto agli obiettivi di controllo del “gioco d’azzardo” – con una pesca di peluches? – enunciati da ADM, anche se nel settore dell’Amusement non risulta che ci siamo stati sequestri di apparecchi o azioni illecite. Bisogna superare l’obbligo di omologa introdotto con decreto direttoriale, sostituendolo, per gli apparecchi in esercizio, con l’attestazione di un professionista che ne attesti il funzionamento, legato all’abilità del giocatore.
Serve buon senso e volontà politica per evitare che il settore dei giochi di puro intrattenimento sia destinato a scomparire.