Durante il Convegno d’Autunno di Professione Acqua, tenutosi sulle rive del Lago Maggiore il 5 e 6 novembre, ho moderato un panel sulla norma tecnica degli scivoli acquatici. I due relatori, gli ingegneri Rainer Braun e Alfonso Ribarrocha, hanno presentato ai partecipanti lo stato di avanzamento della revisione della norma UNI EN 1069, che regola progettazione, costruzione, installazione e manutenzione degli scivoli destinati all’uso pubblico, alla presenza delle principali aziende produttrici italiane e di alcuni operatori del settore. Il gruppo tecnico CEN/TC 136/WG 3, di cui Braun è membro e Ribarrocha coordinatore, sta infatti lavorando alla revisione quinquennale della norma, con la nuova edizione prevista per il 2027.

Dall’intervento di Braun è emerso che la versione aggiornata amplia il campo di applicazione, includendo tutti gli scivoli installati in aree acquatiche pubbliche, anche marine, lacustri e fluviali, oltre che nelle piscine aperte al pubblico. Tra le novità più rilevanti ci sono la semplificazione delle categorie degli scivoli per bambini sotto i tre metri in una sola classe, e l’introduzione di una nuova categoria denominata “scivoli speciali”, che raggrupperà diversi modelli attuali e futuri. Per gli scivoli a sezione aperta delle tipologie da 2 a 7 è prevista l’introduzione obbligatoria di una barra trasversale alla partenza, progettata per prevenire comportamenti pericolosi e offrire un punto di presa sicuro. Inoltre, non saranno più indicate portate minime delle pompe, lasciando ai produttori la responsabilità di stabilire la potenza necessaria. Anche le vasche di arrivo dei tipi 1 e 2 subiranno modifiche, con aggiornamenti tecnici e nuove indicazioni per la progettazione delle fasce di rispetto, così da evitare rischi di contatto accidentale.

Nella presentazione di Ribarrocha sono state presentate le modifiche alla seconda parte della norma, dedicata alle istruzioni e alla manutenzione. Le novità introducono una maggiore chiarezza nelle procedure di valutazione dei rischi, che si articolano in due fasi: una preliminare affidata al produttore e una successiva a cura dell’operatore, la quale prende in considerazione le condizioni specifiche dell’installazione. E’ necessario valutare l’utilizzatore in relazione al peso, all’altezza, al tipo di costume e definire il numero massimo di frequentatori ammessi. Il testo prevede la presenza di almeno due cartelli informativi per gli scivoli di tipo 3-7, uno all’ingresso e uno sulla piattaforma di partenza, corredati da pittogrammi standardizzati. Il costruttore deve fornire, al momento dell’installazione, tutta la documentazione tecnica e gestionale necessaria, compresi manuali, certificazioni e report delle prove.
La norma descrive infine con precisione le modalità di controllo degli scivoli, che includono ispezioni quotidiane, verifiche periodiche ogni tre mesi e un controllo annuale da parte di un organismo accreditato. Questo sistema intende alzare gradualmente gli standard di sicurezza e affidabilità delle attrazioni acquatiche. Le ispezioni annuali dovranno essere effettuate da enti o ispettori accreditati conformi allo standard EN ISO/IEC 17020 di tipo C, assicurando in ogni caso indipendenza e competenza.
Attualmente la UNI EN 1069 è già vincolante in alcune regioni italiane come Lombardia, Emilia-Romagna e Liguria, mentre a livello nazionale potrebbe diventarlo se verrà approvato il disegno di legge sulle piscine in esame al Parlamento. Anche senza un obbligo formale, tali norme rappresentano lo stato dell’arte per la progettazione e gestione degli impianti, e la giurisprudenza le riconosce come un riferimento fondamentale per attribuire responsabilità a produttori e gestori nel contesto delle attività pericolose secondo il Codice Civile.




