I parchi di divertimento registrano una stagione 2023 che batte ogni record quanto a presenze e fatturato. Il Rapporto SIAE 2023, presentato a Roma lo scorso 17 luglio segnala un numero di visitatori mai raggiunto dal settore, pari a 19.644.126 presenze (+ 6,39% sul 2022), e un fatturato da biglietteria di oltre 349 milioni di euro, con un incremento dell’ 11% sui dati 2022, che era stato l’anno migliore del quinquennio precedente. Anche la spesa individuale è salita raggiungendo il valore medio di 17,64 euro a persona: si tratta di un incremento di circa il 30% rispetto al 2019, il più alto registrato tra tutti i settori dello spettacolo e dello sport rilevati dal rapporto 2023. Rilevante anche il numero di giornate di apertura, oltre 21.300 (+14% rispetto all’anno precedente) che connota la stagione come quella con livelli di offerta superiori di oltre il 20% rispetto al periodo pre-pandemico.
Il documento, alla 88ma edizione, analizza questa particolare forma di spettacolo e divertimento, e rileva che “Quando si tratta di attività per il tempo libero e per lo svago, i consumatori possono essere molto sensibili ai cambiamenti di prezzo: soprattutto in periodi di incertezza economica, rialzi significativi nei costi all’accesso possono agire da deterrente alla partecipazione del pubblico. Potrebbero costituire un’eccezione i grandi parchi divertimento, la cui l’esperienza per il fruitore può essere assimilata a quella di una breve vacanza, da concedersi una tantum: in questi casi, i visitatori sono generalmente meno sensibili ai costi del biglietto d’ingresso. Se si tratta di raggiungere località distanti da casa, tali costi sono poi calcolati come parte di un budget più ampio che include viaggi, alloggi e altre spese vacanziere. In aggiunta, negli ultimi anni sono stati effettuati diversi investimenti per ammodernare gli impianti e incrementare l’attrattività dei parchi divertimento, che hanno portato installazioni più moderne, attrazioni innovative, e servizi aggiuntivi a miglioramento dell’esperienza complessiva dei visitatori. Ciò ha permesso ai grandi parchi di mantenere e persino aumentare il flusso di visitatori nonostante i costi in aumento, evidenziando la propensione da parte del pubblico a una spesa più alta in cambio di esperienze coinvolgenti e di qualità”. Dunque il pubblico – non necessariamente alto spendente, visti i numeri – è disposto a impegnare risorse economiche in cambio di qualità nell’esperienza offerta dai parchi divertimento.
Valuta l’Osservatorio SIAE che “Nel periodo tra il 2019 e il 2023, la spesa nei parchi di divertimento nel Paese ha disegnato una traiettoria di recupero e crescita. Nel 2019 la spesa totale ammontava a circa 266 milioni di euro, fotografando un settore in salute e stabile. Le chiusure forzate della pandemia hanno drasticamente ridotto le possibilità degli organizzatori, con una brusca riduzione dei volumi d’affari complessivi, che arrivavano appena a 100 milioni di euro. Già nel 2021, con la progressiva ripresa delle attività e l’allentamento delle restrizioni la spesa ha ripreso a crescere, ma è più significativo l’incremento del 2022, che porta la spesa a 313 milioni di euro, segnando un recupero anche sul 2019, nonostante un pubblico lievemente inferiore. Il 2023 segna una ripresa ancora maggiore, con un picco di 346,5 milioni di euro, il valore più alto rilevato dal 2018. Oltre alla domanda, in completa ripresa rispetto ai livelli prepandemici, al risultato ha contribuito un adeguamento dei prezzi che si riflette nella spesa media individuale già dal 2022, anno in cui aveva raggiunto la quota di 16,93 euro. Per il 2023 si rileva un ulteriore leggero aumento (+ 4,2%) sull’anno precedente, che porta la spesa al valore medio di 17,64 euro per partecipante; rispetto al 2019, si tratta di un incremento di circa il 30%, il più alto registrato tra tutti i settori dello spettacolo oggetto di questo Report”.
I numeri dei parchi divertimento per regione: Veneto ed Emilia-Romagna leader di mercato
Interessante il dato sui territori: le strutture del Nord Italia registrano un volume di incassi da biglietteria di quasi 270 milioni di euro, pari al 71,7% del totale a livello nazionale. Leader è nuovamente il Veneto, che registra un quarto delle presenze e oltre 143 milioni di incassi al botteghino, pari al 38% del fatturato nazionale. Segue la Lombardia, che registra una crescita, attraendo oltre 3,5 milioni di presenze e quasi 44 milioni di incassi da biglietteria. Rilevante anche il dato 2023 dei parchi del centro Italia, che hanno attratto il 18,8% del totale degli visitatori, con un + 18% rispetto al dato 2022. Una parte rilevante di questo pubblico, il 13,8%, ha visitato i parchi divertimento del Lazio, che hanno registrato un incremento del 17,4% rispetto al 2022 e un più che significativo + 30,3% sugli incassi da biglietteria. Il Sud registra una sostanziale tenuta dell’affluenza, registrando un – 0,6% rispetto al 2022, pari all’ 8,8% del totale a livello nazionale. Le isole invece hanno mostrato un incremento dello 0,7% rispetto al 2022.
La stagionalità: in Estate il 64% dei visitatori
Il Rapporto mette in evidenza una specificità del mercato dei parchi di divertimento. Il 64% degli ospiti frequenta i parchi nei mesi di luglio e agosto, che quotano per il 27% del totale annuale. Interessante anche il dato del periodo ottobre/dicembre, legato alle tante iniziative che l’industria dei parchi divertimento sta realizzando per estendere la durata della stagione. Il dato è ovviamente condizionato dai numeri relativi ai 95 parchi acquatici italiani, aperti in media per non più di 90 giorni l’anno, a differenza dei parchi tematici, faunistici e agli zoo e acquari, che hanno una stagionalità più ampia.
Quanto ai giorni di maggiore affluenza, sabato e domenica i parchi ospitano il 43,35% dei visitatori, mentre la settimana di Ferragosto registra 1,99 milioni di presenze, pari al 10,12% del totale annuale.
L’impatto dei parchi divertimento sull’industria turistica
Gli estensori del Rapporto hanno quindi valutato, senza quantificarlo, l’impatto economico degli ospiti dei parchi divertimento sui territori e nell’ambito del comparto turistico ricettivo. L’Osservatorio SIAE evidenzia che i “grandi parchi in Italia sono da considerare alla stregua di una destinazione turistica, attirando flussi turistici nazionali e, in certi casi, anche internazionali. In molti altri casi, i parchi divertimento propongono esperienze che si adattano alle esigenze e alle caratteristiche del mercato locale, una dinamica che si riflette anche nell’applicazione di prezzi generalmente più accessibili. Ad esempio, nelle regioni del Centro e del Sud Italia, fatta eccezione per la Toscana, i prezzi dei biglietti per i parchi divertimento tendono ad essere più bassi rispetto alla media nazionale”.
In effetti in Italia i parchi sono ormai vere destinazioni turistiche: nella Riviera adriatica, ad esempio, o nell’area del lago di Garda. Alcune strutture offrono anche ospitalità in hotel a tema, e ospitano cittadini del territorio e turisti. Se in alcune strutture si registra oltre il 50% di pubblico proveniente dall’estero, la maggior parte dei parchi fruisce dei flussi turistici. Si tratta di quelli che tecnicamente sono considerati parchi divertimento regionali, legati dunque ai territori che lo ospitano. Considerando che in Italia non esistono territori che non ospitano flussi turistici, quanto meno nella stagione estiva, non c’è parco divertimento che non abbia un impatto sulle presenze turistiche.
I parchi divertimento e l’investimento in attività di spettacolo
Come noto, i parchi di divertimento effettuano investimenti significativi nell’attività di produzione di spettacoli: si tratta di circa 15 milioni di euro l’anno, spesi in allestimenti, scenografie, effetti speciali, costumi e ingaggi di artisti provenienti da ogni parte del mondo. Inoltre sono significativi gli accordi commerciali relativi a concerti ed eventi di spettacolo che si svolgono all’interno dei parchi: in Italia ci sono parchi che destinano oltre 2,5 milioni di euro alla produzione di spettacoli, assai più di tanti altri soggetti sostenuti dal Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo. Allo stesso modo, i parchi contribuiscono ad alimentare l’occupazione del settore, coinvolgendo oltre 1.500 tra artisti e tecnici anche durante l’estate, quando i teatri sono chiusi.
Conclusioni
Il Rapporto SIAE – i cui dati diffusi a luglio dell’anno successivo non permettono purtroppo di azionarli – mostra un settore in piena salute, con una tendenza che registra ancora una crescita, e un apprezzamento del pubblico superiore a tanti altri settori dello spettacolo e dello sport, ampiamente sostenuti con contributi pubblici dai ministeri competenti e dalle Regioni a dispetto dei numeri e del gradimento dei cittadini italiani e stranieri che frequentano i parchi di divertimento. Lo conferma anche Il Sole 24 Ore.