Il 2022 si conclude per i parchi di divertimento con 18.463.628 di visitatori, realizzando una crescita del 72% sull’anno precedente. Questi i dati dell’Annuario SIAE 2022, presentato lo scorso 12 ottobre a Roma. Anche il dato sulla spesa del pubblico è in incremento su scala nazionale e raggiunge i 295 milioni di euro, con un risultato molto positivo, che evidenzia un +75% sui dati 2021, ma soprattutto registrando un bel +10,9% rispetto ai dati 2019. Si tratta di fatto del il valore più alto raggiunto dall’industria dei parchi di divertimento nel quinquennio 2018-2022.
Il dato sul numero di visitatori è in effetti leggermente inferiore a quello del 2019 (-5%), che giungeva tuttavia dopo un triennio in cui il settore era cresciuto complessivamente del 15%.
I dati su base mensile e giornaliera
Confermato dalla rilevazione dei dati delle biglietterie automatizzate l’andamento tipicamente stagionale del settore: anche a causa dell’apertura degli oltre 100 parchi acquatici italiani tra la metà di giugno e settembre, i parchi hanno registrato oltre 12 milioni di presenze proprio nei mesi di giugno, luglio e agosto, per una quota pari a due terzi del totale. Anche i dati di ottobre, con Halloween, sono di rilievo, con oltre 1,2 milioni di presenze, e 900.000 visitatori tra novembre e dicembre, quando i parchi divertimento aperti sono circa una decina. Se si considera che in quel periodo i parchi acquatici sono già chiusi, il dato è elevato in valore assoluto rispetto al numero di strutture aperte e mostra come le programmazioni per destagionalizzare stanno registrando risultati incoraggianti.
Interessante anche il dato sulle presenze giornaliere. Il martedì è il giorno di minore afflusso, con una media del 12,1% di presenze, mentre la domenica registra il dato più elevato, il 17,7%. Durante il fine i parchi divertimento raggiungono la quota del 35% di visitatori rispetto agli altri giorni della settimana.
La spesa del pubblico dei parchi divertimento
Il rapporto SIAE diffonde anche i dati sulla spesa del pubblico, che per i parchi divertimento ammonta a 15,97 euro per ogni visitatore, registrando un +17% sul valore del 2019.
L’area del Nord-Est del Paese raccoglie circa la metà dei visitatori rilevati in tutta Italia, i quali frequentano per la quasi totalità i parchi del Veneto e dell’Emilia-Romagna. Nello specifico, il Veneto da solo catalizza oltre 5 milioni di spettatori – oltre un quarto del valore nazionale – con affluenze giornaliere molto elevate. Nella regione è realizzato il 46% del fatturato nazionale proveniente dalla biglietteria, per circa 136 milioni di euro, con una spesa media individuale che supera i 27 euro a persona. In Emilia-Romagna le presenze superano i 3,6 milioni. Seguono Lombardia e Lazio, che registrano rispettivamente 2,67 e 2,32 milioni di ospiti.
Come si posizionano i parchi di divertimento rispetto agli altri settori?
Infine è significativo l’apprezzamento del pubblico per questa forma di spettacolo e divertimento rispetto agli altri settori dello spettacolo. Nel 2022 il cinema, ancorché fortemente sostenuto, ha registrato una spesa del pubblico di 333 milioni di euro, il teatro e la lirica 259 milioni di euro, i concerti di musica rock, pop e leggera quasi 674 milioni di euro, le discoteche 410 milioni di euro. In sostanza i parchi di divertimento, con i loro quasi 300 milioni di spesa alla biglietteria, confermano di essere molto apprezzati dai giovani italiani e da un pubblico straniero che in alcune aree del Paese, frequenta i parchi con percentuali di alcune decine di punti, rappresentando al meglio la loro valenza nella filiera turistica. Si tratta di esperienze che si avvicinano a quelle di un concerto di musica contemporanea, o di una mostra con istallazioni esperienziali, nelle quali l’aspetto “live” e il coinvolgimento dei sensi – tutti e cinque – regala emozioni forti, memorabili, non sempre replicate dalla fruizione passiva di altre forme di spettacolo.
C’è un tema di carattere demografico che può condizionare le presenze. Secondo un recente rapporto dell’Istat, in Italia, dal 2002 si registra una diminuzione del 23,2% dei giovani tra i 18 e i 34 anni. Nel 2023, il numero di giovani in questa fascia di età è di circa 10 milioni e 200mila, il più basso tra i Paesi dell’Unione Europea. Anche gli indici di natalità in Italia sono in calo dal 2008 in poi, dunque le coppie con bambini e adolescenti sono sempre meno numerose. Ottenere quasi 19 milioni di visitatori con questi numeri costituisce un risultato di tutto rilievo per il settore.
I parchi divertimento, finalmente, hanno colto l’attenzione del Ministero della Cultura, anche per l’apporto significativo degli spettacoli, che presentano numeri di tutto rispetto anche in relazione con altri comparti. Il Sottosegretario Gianmarco Mazzi, che conosce bene il settore, ha così commentato il rapporto: “I dati sono incoraggianti e sottolineano che le iniziative intraprese dal Ministero della Cultura stanno portando i risultati che avevamo previsto. Parlo di realtà grandi che hanno un trend positivo come il settore della musica, dell’intrattenimento, dei parchi tematici, ma anche degli spettacoli viaggianti e i circhi che pure testimoniano la voglia delle famiglie di tornare a stare insieme”, e prosegue “Affinché questi dati possano continuare a crescere, il nostro lavoro deve andare oltre – conclude – abbiamo il dovere di pensare ad una cultura inclusiva e continuare a proporre iniziative che la rendano accessibile a tutti, indipendentemente dalle possibilità economiche“.
Il futuro del Rapporto SIAE e le esigenze dei settori dello spettacolo
Il Rapporto è frutto di un grande e apprezzabile lavoro, che ha tuttavia margini di miglioramento, tanto più ora che anche AGIS collaborerà alla stesura delle prossime edizioni del rapporto, contribuendo a fornirne una lettura ancora più competente e attenta ai singoli settori: i dati sono indispensabili per le imprese, e lo sono soprattutto se azionabili, se cioè utilizzabili velocemente per assumere decisioni strategiche, attivare campagne di marketing o aggiornare la politica dei prezzi. Dati diffusi con 10 mesi di ritardo costituiscono certamente una valida fotografia dei settori, ma non riescono a essere così utilizzabili come potrebbero. Sarebbero utili, per il futuro, dati più granulari e soprattutto diffusi in tempi che ne permettano l’attivabilità nel breve periodo.