Qual è stato l’andamento dei parchi divertimento nel 2021? Relativamente positivo, secondo i dati elaborati nell’Annuario SIAE 2021, proposto quest’anno in una nuova veste, elaborata da una società esterna, che mette in evidenza aspetti non valorizzati nelle precedenti edizioni.
In premessa va segnalato che l’ultimo biennio è stato molto difficile per molte attività: nel 2020 i parchi tematici e acquatici sono stati aperti, su decisioni del Governo causate dalla pandemia, per sole 17 settimane e nel 2021 per 16 settimane, con limitazioni, eliminate a metà ottobre. Dunque le stagioni dell’ultimo biennio nono sono assolutamente paragonabili a quelle del 2019 e del 2022 quanto a durata, soprattutto per i parchi tematici. Basti pensare che il settore dello spettacolo e sport rilevato da SIAE ha generato nel 2019 una spesa del pubblico di 5 miliardi di euro, mentre nel 2020 il dato è pari a 1,18 miliardi e nel 2021 di 1,088 miliardi, a causa di un calo consistente della spesa per eventi sportivi.
Per i settori dello spettacolo e sport – rileva SIAE – “il campo di oscillazione del biennio 2020-2021 non mostra significative differenze: evidente emerge un solo elemento differenziante, la assai accresciuta quota – sul totale degli Spettatori – delle attività dei “Parchi di divertimento”, che salgono nel 2021 al 13,1 % del totale, un livello superiore al doppio del valore del campo di oscillazione degli 8 anni precedenti (che andava – come abbiamo appena osservato – da un minimo del 5,1 % ad un massimo di 6,2 %. Significativo anche il dato economico: i parchi divertimento raccolgono nel 2021 il 15,5% della spesa del pubblico per spettacolo e sport. Si tratta di un fenomeno che merita essere approfondito dal punto di vista sociologico (ed anche economico)”. Sul piano metodologico, finalmente il Rapporto SIAE include i parchi divertimento come macrosettore, permettendo così di approfondire e interpretare più facilmente i dati di questa industria.
I numeri dei parchi divertimento nel 2021
Il 2021 si chiude per i parchi divertimento con 11.041.279 visitatori, con un incremento del 42,4% rispetto al 2020. Sul piano della spesa del pubblico si passa dai 137.048 milioni di euro del 2020 ai 168.736 milioni del 2021, con un incremento del 23,1%.
Ma c’è un altro dato molto rilevante, dal quale trarre indicazioni preziose per il posizionamento del settore: nel 2021 i parchi di divertimento hanno accolto il 13,1% degli spettatori e il 15,1% della spesa del pubblico di tutto il settore dello spettacolo e sport. Si tratta di valori importanti, che evidenziano come i parchi di divertimento si posizionino sempre più, anno dopo anno, come soggetti molto apprezzati da cittadini italiani e dal pubblico straniero, espressioni di cultura popolare, coinvolgimento fisico e spazi outdoor per famiglie. Se poi si pensa che nel settore ci sono imprese con budget per spettacoli superiore ad 1 milione di euro, ecco che non solo nell’ambito delle imprese turistiche, bensì in quelle di spettacolo, il settore abbia molto da dire. Almeno 2.500 professionisti, tra autori, registi, artisti, costumisti, artisti, musicisti e tecnici operano stagionalmente nel settore.
I dati locali e quelli rilevati mensile e giornaliera
Interessanti i dati disaggregati relativi a regioni, province e alcuni comuni: dalla loro lettura emerge ad esempio che in Veneto nel 2021 sono stati emessi più biglietti per i parchi divertimento che per il cinema e teatro messi insieme – lo saprà l’Assessorato alla Cultura? – e che i parchi divertimento, riguardo agli spettatori, quotano per il 66,7% al Nord, per il 17,8% al centro e per il 15,4% nelle regioni del Sud.
Un’altra rilevazione riguarda il numero di ingressi nei singoli giorni della settimana, in rapporto alla settimana. Ecco i risultati, che confermano che quasi il 43% degli accessi è nelle giornate di sanato e domenica.
Il Rapporto SIAE e l’importanza dei dati
I dati sono preziosi per gli imprenditori. Una sapiente raccolta, lettura e azionamento dei dati permette ai top manager di verificare i risultati della politica aziendale, di assumere decisioni su nuovi investimenti, interpretare le tendenze e i bisogni del pubblico. Decisioni fondate su dati ben rilevati e interpretati, dunque azionabili, sono fondate su elementi oggettivi, dunque meno soggette all’aleatorietà del “secondo me” e costituiscono un elemento imprescindibile nelle grandi realtà imprenditoriali. Per questo un Rapporto sullo spettacolo italiano pubblicato ad un anno di distanza, sia pure a causa di un apprezzabile approccio innovativo, si rivela utile ai fini meramente statistici, ma assai meno sul piano della programmazione degli investimenti. Sarebbe fantastico che SIAE, che dispone dei dati giornalieri trasmessi alla mezzanotte dalle biglietterie automatizzate, li rendesse disponibili con frequenza settimanale o mensile.
L’industria dei parchi divertimento, per la quale SIAE sta diventando un problema a causa di certe rigidità nell’aggiornare gli accordi, fermi da decenni, e tutte quelle del settore dello spettacolo apprezzerebbero che la SIAE si trasformasse in un compagno di viaggio, diffondendo velocemente i dati rilevati, tanto più che questi dati sono raccolti non solo per il diritto d’autore, ma soprattutto per conto dell’autorità finanziaria, soggetto pubblico.