Parlo di gioco automatico di puro intrattenimento, spettacolo viaggiante ed #esports con Monica Cuprifi su Jamma. Le procedure sono troppo complesse rispetto all’interesse pubblico.
Dott. Crisanti, da anni segue il comparto dello spettacolo viaggiante ed è un esperto in materia di Turismo e applicazione di processi innovativi. Oggi, come membro del tavolo tecnico sugli apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro, sta seguendo le attività di applicazione della normativa.
Qual è il suo giudizio sulla linea intrapresa dal legislatore italiano. Come parte direttamente coinvolta riconosce una complessità nell’applicazione delle norme?
La disciplina attuale è iper regolatoria rispetto al settore dei giochi di puro intrattenimento, compresi quelli dello spettacolo viaggiante. Pensare di dover omologare decine di migliaia di apparecchi in esercizio che non erogano premi non risponde ad alcun interesse pubblico, è eccessivo e difficilmente realizzabile.
Il comparto dello spettacolo viaggiante come sta vivendo questa situazione?
Con forte preoccupazione. Siamo in attesa dell’emanazione di un provvedimento che equipara le attrazioni a gettone o moneta dello spettacolo viaggiante, attività autorizzata con licenza di pubblico spettacolo, ai giochi dei pubblici esercizi. Per gli apparecchi dello spettacolo viaggiante si richiede una duplicazione di adempimenti legati all’inserimento nel portale di ADM, visto che ogni gioco è dotato di documentazione tecnica, collaudi e codice identificativo comunale, rilasciato dopo un procedimento complesso e oneroso. C’è forte timore che le Ruspe, tipica attrazione da luna park, non possano più esercitare, mettendo in difficoltà famiglie di esercenti che le gestiscono da molti anni e che non possono sostituirle con nuovi giochi, a causa dei regolamenti comunali che impediscono sostituzioni.
È trascorso un anno dalla entrata in vigore delle norme. Qual è oggi la situazione? Si vede una via d’uscita?
Continua la collaborazione con i dirigenti di ADM in un clima di dialogo costruttivo e franco. Tuttavia è sempre più evidente che la procedura individuata dalla legge 388 del 2000, inattuata per anni, avrebbe richiesto un nuovo intervento normativo piuttosto che la emanazione di norme applicative di una disciplina già datata, che introduce adempimenti di fatto impossibili da rispettare, sia dai gestori che dagli Enti che dovranno omologare gli apparecchi. La via di uscita è nella semplificazione delle procedure per i giochi di puro intrattenimento e nell’abolizione della Tariffa 2 dell’Imposta sugli Intrattenimenti che a fronte di un gettito di soli 11 milioni di euro per le casse dello Stato, comporta costi molto superiori per le procedure di esazione e gli adempimenti, o meglio le scocciature, a cui sono sottoposti gli imprenditori, al netto del gravoso lavoro degli uffici di un’Agenzia chiamata a vigilare sulla liceità di giochi di ben altro tipo. La ludopatia da premi in peluche o da tostapane è una patologia a me sconosciuta…
Recentemente, una circolare dell’ADM, ha annunciato novità che coinvolgeranno lo spettacolo viaggiante, o comunque alcune attività che sono state autorizzate come tali? Cosa ne pensa?
Credo che un settore che svolge un’attività legata alla tradizione e spettacolo popolare, al cui interno sono presenti solo giochi di puro intrattenimento, e dotato di propria disciplina non aveva proprio bisogno di dover essere assoggettato a nuovi adempimenti. Li affronteremo con serietà ma faremo la nostra parte come ANESV per ottenere una semplificazione delle procedure e la sopravvivenza di giochi innocui, come le Ruspe.
Come giornalista non nascondo delle perplessità sulle rassicurazioni da parte degli Stati Generali dell’Amusement (di cui lei fa parte) e le criticità (ancora troppe) nell’adeguarsi alla norma. Mi risultano migliaia di apparecchi non certificati e altrettanti ritirati dal mercato. Redemption e altri apparecchi di puro intrattenimento ancora in una sorta di limbo. Crede si possa davvero arrivare a una soluzione definitiva?
Stiamo combattendo con altre associazioni di gestori, come ANBI e New Asgi, per evitare che la nuova disciplina costringa i gestori, dopo due anni di pandemia, a dover rottamare apparecchi che ancora piacciono ai clienti senza avere, peraltro, la possibilità di acquistare nuovi giochi omologati, viste le difficoltà incontrate dagli Enti nel procedere alla omologazione. Il dibattito è forte anche sulle Ticket Redemption, apparecchi di fatto a funzionamento elettromeccanico, e alla questione di proibire apparecchi con ruote e rulli, a prescindere dalle loro modalità di funzionamento e dai componenti interni, anche se elettromeccanici.
Alcuni imprenditori stanno cercando di sensibilizzare la politica verso una semplificazione della normativa (vedi emendamento Villarosa). Cosa ne pensa?
Come ANESV stiamo facendo la nostra parte per portare all’evidenza della politica il corto circuito normativo che sta penalizzando fortemente un settore che non desta alcun problema sociale. Ci stiamo occupando anche di eSports, perché abbiamo alcuni associati del settore, in merito ai quali si attende una disciplina, la più leggera possibile, ma che intanto possono operare come attività di spettacolo viaggiante. Speriamo che la politica possa aiutare in un processo di deregolamentazione del gioco di puro intrattenimento.