La politica continua ad ignorare i dati sulle presenze e fatturato dei parchi divertimento nel 2020, ma il quadro che emerge dall’Annuario dello Spettacolo 2020, realizzato dall’ufficio statistico della SIAE nell’anno del Covid-19 mostra numeri preoccupanti.
I parchi tematici, acquatici e faunistici con biglietterie automatizzate hanno prodotto risultati che non c’è bisogno di commentare, dovuti ovviamente alla pandemia in atto e alla conseguente riduzione delle giornate di apertura e le conseguenti limitazioni, nel contesto di un contesto generale che ha minato anche il benessere psicologico delle persone. Riaperti nel 2020 solo a giugno, i parchi di divertimento sono stati nuovamente chiusi il 24 ottobre e, mentre scrivo, il Governo ha deciso di fissare al 1° luglio la data di apertura, facendo prevedere che anche il 2021 sarà un anno veramente difficile queste aziende.
Ecco quindi i numeri dei parchi divertimento che secondo l’Annuario Siae hanno registrato solo 7.720.184 presenze, contro le 19.488.558 dei dati 2019, in crescita del 10% rispetto al 2018. Il 2020 si è dunque chiuso con un calo di visitatori del 60,39 per cento, ovviamente in media, perchè molte realtà hanno registrato un – 80 per cento ed alcune strutture, tra parchi a tema e acquatici, non hanno aperto.
Anche il fatturato 2020 dei parchi divertimento ha registrato solo €137.048.710 con un calo di ben 65,01 punti percentuali su quello 2019, che era di €391.641.967, anno in cui aveva registrato un + 2,99% rispetto al 2018.
Un 2020 così compromesso non fa ben sperare nel 2021, soprattutto a causa della data di riapertura, fissata, ad oggi, al 1°luglio, dunque ben un mese dopo rispetto al 2020. Eppure sono decine di milioni le vaccinazioni effettuate, c’è disponibilità di vaccini e sono state individuate alcune terapie. Gli stadi sono aperti, gli aperitivi sono serviti da singoli chioschi a diverse centinaia di persone prive di mascherina, i centri commerciali sono affollati ma i parchi di divertimento all’aperto sono costretti a restare chiusi.