Mentre scrivo si avvicina la riapertura delle attività nei parchi divertimento. La emergenza Covid-19, che tanto male ha fatto ai cittadini, ha messo le imprese in condizioni di compiere scelte difficili, relative ai costi, ai dipendenti e agli investimenti programmati.
Fino al mese di maggio, in sostanza, non si sapeva se sarebbe stato possibile riaprire le attività. Dai Paesi europei non arrivavano segnali incoraggianti rispetto alle date di apertura, e il sentiment del pubblico non era proprio orientato a frequentare luoghi come i parchi divertimento.
C’è stato tanto lavoro per le associazioni del settore, per predisporre linee guida per tutti i settori, alla relazione con gli interlocutori politici ed esponenti del Governo, alla sensibilizzazione di tutti i contatti negli Enti locali, avvalendoci in alcuni casi di professionisti delle relazioni istituzionali. In questo abbiamo coinvolto i consigli direttivi e trovato entusiasmo e desiderio di uscire da questa imprevedibile situazione nel migliore dei modi.
Sono stati mesi difficili, nei quali si è lavorato ad ogni ora e senza interruzione, sette giorni su sette, per limitare i danni conseguenti al blocco dell’attività e delle scarse prospettive di poter operare nella stagione 2020.
Per lo spettacolo viaggiante è stato ottenuto un provvedimento da 5 milioni di euro a beneficio degli esercenti – del quale non condividiamo alcuni criteri di assegnazione – ma che consentirà a molti esercenti di avere un sostegno concreto, oltre a quelli riservati ai titolari di partite IVA e alla possibilità di ottenere dalle banche finanziamenti più favorevoli. Abbiamo sostenuto la Categoria con informazioni continue, dirette video con centinaia di persone e risposte a quesiti e fatto riaprire le attività occupandoci delle Ordinanze regionali.
Diverso è il caso dei parchi tematici e acquatici. Queste imprese non hanno beneficiato né del Fondo Emergenze Spettacolo né del Fondo Emergenze Turismo. Anche i dipendenti dei parchi divertimento – lo scriviamo in un altro articolo – non hanno potuto beneficiare degli strumenti disponibili per i dipendenti delle imprese turistiche. I parchi acquatici si sono visti applicare le linee guida nazionali sulle piscine nelle quali si parla di “vasche torrente, toboga, scivoli morbidi”, a dimostrazione della competenza di chi le ha elaborate.
Ancora più particolare la situazione per zoo e acquari. Nessuna possibilità di avvalersi della Cassa Integrazione o la FIS, perché i keeper, che si occupano del benessere degli animali, hanno lavorato comunque, senza pausa. Alcune strutture hanno costi di 10mila euro al giorno, ma il Ministero dell’Ambiente non ha ritenuto di prevedere alcun sostegno. Il Direttivo ha svolto una funzione propositiva e sono state elaborate le linee guida per la riapertura di tutti i settori rappresentati. Si sono ottenuti differimenti dei pagamenti e interventi sulla Cassa Integrazione. Numerose le dirette video per fornire alle imprese le informazioni e indicazioni di cui avevano bisogno.
Infine i parchi avventura, anch’essi hanno lavorato solo per la riapertura, senza ottenere alcun sostegno diretto né per le imprese né per i collaboratori stagionali. Di grande valore sono state le linee guida elaborate dal Direttivo, tradotte in Inglese e Francese dalle associazioni europee e recepite nella Ordinanza di Regione Abruzzo e, in versione ridotta, da quelle di altre Regioni. Senza questo lavoro chissà cosa si sarebbe inventato il Comitato Tecnico Scientifico che ha predisposto le linee guida di altri settori, spesso modificate perché inapplicabili.
Cosa abbiamo imparato da questi mesi di Covid-19?
Bisogna imparare da questa tragedia, che ha colpito le persone prima di tutto, poi l’economia e il lavoro di milioni di italiani. Lo dobbiamo alle migliaia di morti che questa epidemia ha causato. Io credo che:
• Abbiamo capito che la digitalizzazione di molti servizi può consentire di continuare a lavorare ugualmente e con costi minori, che spostamenti e grandi spazi per uffici e riunioni sono superati dai fatti.
• Abbiamo imparato che i dipendenti devono dare valore al loro lavoro, che devono essere proattivi e con forte capacità di adattamento e reazione alle novità.
• Abbiamo certezza che la digitalizzazione consentirà di gestire le prenotazioni e le prevendite al meglio – ad esempio – consentendo di avere maggiore controllo dei flussi ed erogare un servizio di qualità, nonostante i protocolli e le eventuali limitazioni.
• Dobbiamo migliorare l’attenzione verso il cliente – mai mancata nel settore, dalle piccole aziende fino ai grandi parchi divertimento – che dovrà tuttavia assumere nuove caratteristiche. Il cliente e i suoi bisogni, non il prodotto, devono essere quanto mai al centro del lavoro di tutti. Accoglieremo utenti un po’ preoccupati, ospiti ai quali dovremo offrire una sensazione di generale pulizia e sicurezza attiva, senza trasformare le attrazioni in una sorta di ”ospedale”.
Quello che sapremo migliorare, costretti dall’emergenza Covid-19, nei luna park e nei parchi divertimento andrà a far parte del DNA di tutte le aziende del settore, che scopriranno di avere capacità di reazione e adattamento inaspettate.
Bisogna sviluppare l’attitudine al cambiamento, perché negli affari – come nella vita – se non si migliora e non si è in grado di reagire velocemente a circostanze impreviste, non si è in una posizione stabile nel mercato, come può sembrare, ma si sta andando indietro rispetto ai concorrenti!