“Disneyland del cibo” o “luna Park del tortellino”. Questi i titoli di giornali autorevoli che commentano l’inaugurazione di FICO, acronimo di Fabbrica Italiana Contadina. A Bologna è stato infatti inaugurato alla metà di novembre il “più grande parco alimentare del mondo”, come lo definiscono da FICO Eataly World. Il “parco tematico alimentare” si sviluppa su 80.000 mq coperti e 20.000 scoperti, occupati in parte da campi e stalle con più di 200 animali e 2.000 cultivar. FICO include 40 fabbriche contadine che producono carni, pesce, formaggi, pasta, olio, dolci e birra, 40 diversi ristoranti e punti ristoro, con prodotti tutti Made in Italy. Sono inoltre presenti oltre 9.000 mq di mercato. Si può fare la spesa grazie alle biciclette con carrellino messe a disposizione. Ogni giorno FICO offre 30 eventi e 50 corsi, ospitati in aule, teatro, e spazi didattici. L’ingresso del parco è gratuito e fino alle 24, mentre le esperienze prevedono invece un biglietto d’ingresso. Il tutto a firma Oscar Farinetti, il guru di Eataly, aiutato dalla Camera di commercio di Bologna, dal Comune di Bologna – che ha messo a disposizione il centro alimentare, del valore di 63 milioni di euro – e da una solida finanziaria come Prelios, con l’apporto di Unicredit.
FICO, luna park, parco divertimento o parco esperienziale?
Fa riflettere il fatto che una struttura che ospita un grande mercato, stalle e campi coltivati viene definita parco di divertimento dai giornalisti. Eppure FICO usa questo termine abbondantemente nella propria comunicazione. Evidentemente la struttura ambisce a proporsi come un prodotto esperienziale, con elementi comuni ad un parco a tema. Anche FICO propone infatti un’esperienza che va nella direzione dell’immersività, del coinvolgimento emozionale, e del piacere. L’esperienza che si propone è declinata nel senso del piacere e divertimento, nell’ambito del mangiar bene e sano, del cucinare e del fare esperienza del cibo Made in Italy.
Le 6 “giostre” presenti a FICO
Nella comunicazione FICO cita le giostre col virgolettato. Si tratta in effetti di 6 esperienze, sorta di mostre interattive da percorrere a piedi e realizzate in collaborazione con Samsung, che ha curato il visual display del parco. In queste giostre multimediali, secondo la definizione data dal parco, è possibile vivere esperienze progettate per l’edutainment, che trasmettono contenuti, resi gradevoli dalla digitalizzazione. Ad esse si accede al costo complessivo di 10 euro. La prima è ispirata al tema del Fuoco, e offre un viaggio all’indietro nel tempo, che parte dalla scoperta del fuoco da parte dell’uomo ed arriva alle sue potenzialità nella cottura dei cibi. Il percorso è descritto come coinvolgente ed emozionante. Si passa poi all’Uomo e la Terra, un racconto di 14.000 anni che racconta in una esperienza immersiva la storia dell’agricoltura, con un focus sull’Italia e sulla sua biodiversità. La terza giostra racconta il passaggio Dalla Terra alla Bottiglia. Olio, vino e birra, quale è nato prima? È il claim dell’esperienza. Attraverso l’interazione con sistemi multimediali si potrà approfondire quando questi prodotti siano comparsi nella storia dell’uomo. Il rapporto tra Uomo e il Mare è il tema della quarta esperienza, che offre forte interazione e propone divertenti interazioni, per osservare il mare nelle sue profondità e ripercorrere la relazione che lega il genere umano agli spazi marini. Segue poi Uomo e Animali, la nascita di una preziosa alleanza della quale si potranno ripercorrere le fasi, la quinta giostra. La presenza di installazioni esperienziali, strumenti multimediali e tecnologici consente al visitatore di scegliere liberamente i contenuti e le esperienze interattive. Infine si racconta l’evoluzione dell’agricoltura in L’Uomo e il Futuro, la sesta attrazione. Essa ospita un grande giardino idroponico circolare, dove sarà possibile piantare i semi ed immergersi nell’esperienza della crescita e lo sviluppo della pianta nel tempo. Sul piano delle tecnologie utilizzate, spiccano i monitor e i display, che si adattano a varie funzioni. Alcuni consentono di impegnare i visitatori rispondendo a quiz educativi, come gli Standalone Touch Serie PMF-BC da 55” e gli SMART Signage STANDALONE Serie PHF e PMF, fino ai display serie UD e i televisori Premium UHD, presenti nelle altre aree del parco. Alcuni Mirror Display, pannelli posti dietro ad uno specchio, sono particolarmente adatti a creare un’esperienza innovativa ed emozionante. Limiteazero e Clonwek, le aziende che hanno realizzato le attrazioni, descrivono così il progetto “La fisicità delle “giostre”, perseguita attraverso la definizione di spazi praticabili, materici e cromaticamente differenziati a seconda dei temi trattati, si fonde, e spesso supporta, l’immaterialità dei contenuti digitali, dei video, dei suoni e delle informazioni. Come nella migliore tradizione dei science center, gli ambienti sono identificati da giochi o invenzioni sperimentabili singolarmente o in piccoli gruppi: il faro rivestito di monitor presenta le tecniche di pesca; il braccio robotico dissoda la terra, semina e raccoglie, l’ambiente cinema a 360° avvolge il pubblico mettendo in scena una spettacolare danza del fuoco che si accende come un ologramma impalpabile al centro dello spazio”. E’ insomma un classico esempio di installazione esperienziale, alla quale la multimedialità dà maggiore esperienza”.
Conclusioni
Cos’è FICO, un vero parco divertimento? Forse non in senso tecnico per ora, ma è ovvio che l’idea di base è molto simile a quella di un parco a tema. Saranno i numeri delle presenze nei week end a dimostrare quanto un complesso così grande – percepito dal pubblico come a ingresso gratuito – e ricco di stimoli possa richiamare anche coloro che sono attratti dalla curiosità o dal desideri di trascorrere qualche ora in un contesto di questo tipo. FICO Eataly World si mostra gradevole e ricco di contenuti emozionali che coinvolgono i 5 sensi e offrono una proposta educativa leggera e multimediale. Un parco di divertimento, nella sostanza, offre anch’esso una esperienza multisensoriale.
Il modello di business è certamente diverso da un parco divertimenti: i proventi deriveranno da una sorta di royalty del 20% sugli scontrini delle vendite al dettaglio e del 30% dei proventi della somministrazione. Sarà possibile raggiungere i 4/6 milioni di visitatori – quattro non sono sei, almeno nel settore del divertimento – con adeguata spesa pro capite? I 100.000 visitatori nei primi 5 giorni di apertura fanno ben sperare.