Nuvole temporalesche sul settore delle sale giochi gli apparecchi automatici che erogano punti, i famosi Ticket Redemption. Da anni questi apparecchi sono stati vietati ai minori di 18 anni in Valle d’Aosta, mentre più recenti sono gli analoghi divieti della Regione Friuli Venezia Giulia e, da ultimo, della Regione Emilia Romagna, che ha un impatto particolarmente forte sulle tradizionali sale giochi per ragazzi e famiglie – senza slot e VLT – presenti in tutte le località della Riviera romagnola.
Cosa accade? Che si assimilano due settori diversi, il Gaming e l’Amusement, come dicono i tecnici, come se i giochi Ticket Redemption e le tradizionali sale giochi per famiglie fossero una versione per bambini delle slot machine con premi in denaro. Eppure la differenza è sostanziale, i primi consentono di mettere alla prova i propri riflessi e l’abilità, mentre le slot e VTL con vincita in denaro erogano vincite basate solo sulla fortuna del giocatore. Bambini, ragazzi e famiglie che giocano per divertimento vengono così assimilati ai frequentatori delle sale per il gioco d’azzardo – lecito, per carità – ma al centro di polemiche per il fenomeno della ludopatia, che desta allarme sociale. Dunque i due settori sono separatati dalla tipologia di premio – oggettistica contro denaro – e dalle motivazioni del giocatore, che gioca per puro intrattenimento sfidando i propri riflessi o scommette invece sulla propria fortuna.
Due fiere per il gioco automatico
Un fatto nuovo: sulla costa romagnola nel mese di marzo si terranno, per la prima volta, due momenti espositivi: il primo è la tradizionale Enada Primavera, fiera internazionale organizzata da Sapar e IEG (Italian Exhibition Group) alla fiera di Rimini, alla 29ma edizione, che propone sia il gioco automatico senza premi o con possibilità di raccogliere punti, che il Gaming, ovvero il gioco con vincite in denaro, la cui dimensione degli stand, fino a 20 volte più grande di quelli che espongono kiddie rides o apparecchi da trattenimento a ticket, fa subito capire quali siano i rapporti di forza tra i due mercati. Alcuni marchi molto noti del panorama italiano esporranno invece gli apparecchi per le sale giochi, stabilimenti balneari e parchi divertimento, a Riccione, al Palazzo dei Congressi, organizzando Family Entertainment Expo, FEE appunto. Il claim dell’esposizione è “Un sano divertimento per tutta la famiglia”. Eccone il resoconto.
Amusement e Gaming sono proprio parte dello stesso settore?
Per carità, non è la prima volta che nel mondo fieristico si assiste ad una scissione, ed è vero che in genere la frammentazione di un settore presta il fianco ad indebolirne la rappresentanza e l’immagine. In questo caso tuttavia c’è la volontà degli operatori di segnare la linea di confine tra il gioco per famiglie e il gioco con vincite in denaro. Se nelle interviste di alcuni consiglieri regionali si legge che la sala giochi che offre soggetti a dondolo, pesche verticali e giochi di abilità costituisce una sorta di avviamento al gioco con vincita in denaro – assunto privo di logica e senza basi statistiche – forse è giunto il momento di rendere evidente la differenza tra gioco di abilità e gioco aleatorio, entrambi leciti ma con diverso impatto sociale. Inoltre c’è da valutare che in una sala giochi sono presenti, abbondantemente, anche i soggetti a dondolo per bambini, i videogiochi che presentano corse automobilistiche per gareggiare tra amici e apparecchi da trattenimento tematizzati – si incontra la saga di Star Wars o i Pirati dei Caraibi – sempre spettacolari e sofisticati. C’è allarme sociale anche in un cavallino che dondola? O in un distributore meccanico di palline?
Cosa contestano le Regioni: il problema è il valore dei premi? Si dia all’esercizio di questi giochi di abilità una regolamentazione omogenea, chiesta da anni al Governo e sempre “in corso di emanazione” secondo il Sottosegretario Baretta, e alle Regioni una discrezionalità nel regolamentare il settore, vincolata però a criteri certi ed uniformi. Quanto ai punti cumulativi, una sala giochi è davvero così diversa, quanto a dinamiche di acquisto e tecniche di incentive marketing, dalla catena di supermercati della GDO, libera di effettuare raccolte punti e proporre premi consistenti, come i tavoli da ping pong per esterno del valore di alcune centinaia di euro? Alla GDO è infatti consentito di effettuare “operazioni a premio” autorizzate, mentre le sale giochi non riescono ad avvalersi di quello strumento. In questo settore, come in quello del turismo, la riforma del Titolo V della Costituzione fa sentire i suoi effetti nefasti.
Come capita spesso in questo Paese, anche nel gioco automatico si fa di ogni erba un fascio, mettendo in crisi un settore che fa divertire un pubblico di giovani e famiglie. Difficile comprenderne le motivazioni, visto che le regioni tendono a voler limitare l’espansione di piccoli casinò pieni di slot machine e videolottery, dai quali tuttavia lo Stato ha incassato nel 2016 ben 10 miliardi di euro. Sarebbe ora di fare chiarezza a livello normativo nazionale, no?
Lascia un commento