Si è parlato di scolarizzazione dei figli di esercenti itineranti, a Bergantino. Lo scorso 5 dicembre si è tenuto infatti a Bergantino il Convegno nazionale “Bisogni educativi degli alunni itineranti”. A Bergantino, paese delle giostre, sono numerose le famiglie di esercenti dello spettacolo viaggiante residenti, e da anni si svolge una interessante sperimentazione per i giovani dello spettacolo viaggiante, grazie alla disponibilità del’ Istituto di Istruzione Statale Bruno Munari, alla cui dirigente Maria Elisabetta Soffritti sono stati affidati il Liceo Artistico Statale “Bruno Munari” di Castelmassa, l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato “Enzo Bari” di Badia Polesine e l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “M. e T. Bellini” di Trecenta.
La scolarizzazione di studenti itineranti
Dopo il saluto del Sindaco di Bergantino, e presidente del Distretto della Giostra, Giovanni Rizzati, seguito dai rappresentanti dell’Ufficio Scolastico regionale, la dirigente Soffritti ha introdotto i lavori – moderati dalla prof.ssa Lara Verzola –, con un intervento che ha introdotto il tema della giornata.
Con il prolungamento dell’obbligo scolastico a 16 anni – ha evidenziato la preside – il problema della scolarizzazione dei ragazzi dello spettacolo viaggiante è emerso nella sua complessità, non solo riguardo alla scuola primaria e secondaria di primo grado, ma soprattutto per il biennio delle scuole superiori. Purtroppo la normativa non contempla ancora uno specifico percorso scolastico per i ragazzi che si spostano al seguito delle loro famiglie nei vari luna park. Abbiamo quindi valutato di avvalerci dell’educazione parentale. Come funziona? In sostanza lo Stato riconosce ai genitori la facoltà di provvedere in proprio all’educazione dei propri figli, a condizione che siano inscritti a scuola, ricevano l’autorizzazione dal dirigente scolastico e superino una prova di ammissione alla classe successiva, al termine di ogni anno scolastico. Per avere garanzie circa la “capacità tecnica o economica” dei genitori autorizzati, richiesta dalla legge, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con una Cooperativa sociale, la NNT, che si avvale di educatrici che seguono i ragazzi negli studi e curano il rapporto con le famiglie. Ovviamente – ha sottolineato la prof.ssa Soffritti – l’educazione parentale è adottata solo fino all’assolvimento dell’obbligo scolastico, poi si torna al diritto-dovere. La procedura individuata dall’IIS Munari si avvia con la iscrizione dello studente, il quale accede alla piattaforma online dell’Istituto, dove consulta le unità didattiche, effettua le verifiche ed ha a disposizione i recapiti dei docenti. Del percorso scolastico effettuato online si tiene conto nella prova finale, che viene ovviamente svolta in presenza. Tutto questo lavoro è possibile grazie al lavoro degli insegnanti, i quali svolgono questa attività a titolo volontario. L’IIS Bruno Munari non è certamente un “diplomificio”, ha concluso la dirigente, quindi tutte le procedure e verifiche sono svolte con grande serietà, come in ogni scuola pubblica.
Dopo i saluti della Fondazione Migrantes – organismo della CEI che si occupa della pastorale di circo e luna park e partecipa al progetto – espressi da don Mirko Dalla Torre, mons. Pier Giorgio Saviola, già direttore dell’Istituto Villa Maria di Treviso e successivamente direttore generale della Migrantes, ha ripercorso la storia della scolarizzazione dei ragazzi dello spettacolo viaggiante e circense, partendo dall’attività di don Dino Torreggiani, che negli anni ’50 aprì il collegio Villa Maria a Treviso, seguito negli anni ’70 dall’esperienza con le scuole itineranti nei circhi più grandi. Nel 1988 nasceva l’Accademia di Arte circense, i cui ragazzi frequentano ancora oggi le scuole del posto. Poi è seguita l’esperienza di un libretto che seguiva lo studente da scuola in scuola, consentendo ai docenti, sempre nuovi, di conoscere le competenze conseguite dal ragazzo. Il 2005 è l’anno del Libro dei Saperi, uno strumento piuttosto diffuso in alcune regioni, evoluzione del libretto usato negli anni precedenti, e più completo. Don Saviola ha quindi individuato i punti più critici della scolarizzazione, relativo a libri di testo sempre diversi, al grande problema dell’obbligo scolastico a 16 anni – che induce le famiglie, in casi limite, ad assolverlo con ripetute bocciature per il numero di assenze – al fatto che la mancata frequenza scolastica incide sullo sviluppo personale, sulla conoscenza di altre culture e sull’inserimento nella società. Tuttavia l’istruzione parentale con tecnologie informatiche non costringe il ragazzo a presentarsi da privatista, ma come uno studente che ha svolto parte del percorso scolastico da remoto, grazie al web. E’ necessario che le famiglie vivano pienamente la responsabilità che la legge istitutiva dell’educazione parentale prevede, perchè solo il coinvolgimento dei genitori può aiutare il ragazzo a compiere questo percorso di studi con risultati positivi. Sarebbe utile – ha concluso Saviola – individuare altre scuole polo per questo progetto, in modo da coprire l’intero territorio nazionale.
Valeria Ravelli, in rappresentanza della cooperativa sociale NNT, ha evidenziato che si è rivelato utile considerare i ragazzi quali studenti BES – con bisogni educativi speciali – potendo così personalizzare il piano di studi. Oltre ai 185 ragazzi del Munari, la cooperativa segue attualmente 30 studenti in tournée all’estero con il circo, per scuole elementari e medie, 25 privatisti, fuori corso a causa dell’età, e monitora oltre 1.500 inserimenti di studenti nelle varie scuole d’Italia.
È seguito l’intervento della prof.ssa Silvia Calvari dell’ISIS Fossombroni di Grosseto, che ha rilevato la esigenza di poter offrire ai ragazzi itineranti una scelta tra più indirizzi. È quindi necessario individuare altre scuole che possano essere di riferimento, oltre all’ISS Bruno Munari. L’Istituto di Grosseto è interessato a collaborare in questo senso. La difficoltà a creare una rete risiede nel fatto che queste esperienze su basano soprattutto sul volontariato dei docenti, ma una rete di scuole polo – ha concluso la docente toscana -sarebbe più efficace riguardo all’abbandono scolastico di questi ragazzi.
Dopo Alessandro Bacchiega, esercente dello spettacolo viaggiante che ha raccontato l’esperienza scolastica dei figli, è seguito Marco Menabò, docente dell’IIS Bruno Munari, che ha presentato gli aspetti tecnici della piattaforma online. Era necessario che fosse responsive, utilizzabile cioè da desktop, tablet e smartphone, e gratuita, ha evidenziato il docente. La scelta è caduta su Google Classroom, il prodotto gratuito per la scuola elaborato dal gigante di Mountain View, versatile e con app gratuite, come Gmail e Hangsout. Il problema – ha sottolineato Menabò – è nel riuscire a favorire la scelta dell’indirizzo, tra l’Artistico, l’Alberghiero e il Professionale. Dal 2012 l’IIS Bruno Munari ha accolto 370 studenti, il cui numero è negli anni, fino ai 185 del corrente anno scolastico. I problemi di queste tecnologie digitali è che per prelevare le unità didattiche sono necessarie connessioni mobili con parecchi Giga a disposizione, quindi costose. Anche la mancanza di libri di testo non facilità il percorso. Da ultimo, ci sono casi in cui la scarsa motivazione delle famiglie, trasmessa ai ragazzi, rende difficile arrivare al risultato. All’avvio del progetto il numero di bocciature era molto elevato, soprattutto al primo anno delle Superiori. Oggi la media è del 53% di ammessi all’anno successivo, con un 48 % nelle classi Prime, che sale al 71% per le Seconde.
La prof.ssa Maria Miletta ha svolto quindi una relazione sulle normative che regolano la scolarizzazione di studenti con esigenze speciali, evidenziando che tra i ragazzi iscritti con l’educazione parentale ci sono anche casi di disabilità e disturbi specifici d’apprendimento (DSA), non sempre certificati. All’IIS Munari è stato creato comunque un Piano Didattico Personalizzato (PDP) per le specifiche esigenze dei ragazzi che vivono in forma itinerante e piani per ogni singolo studente DSA. È seguita poi la docente Enrica Sgariboldi, che ha evidenziato alcune criticità nel rapporto con ragazzi la cui certificazione DSA non era completa, o da aggiornare. In molti casi non è mai stato predisposto il prescritto piano individuale, con l’indicazione di strumenti compensativi (calcolatrice, tastiera ecc.) o dispensativi. La docente ha concluso l’intervento rilevando che l’esperienza nel seguire questi ragazzi ha evidenziato l’assoluta importanza del rapporto con le loro famiglie, che ne conoscono le potenzialità.
Dopo le testimonianze di alcune educatrici, è seguito l’intervento dell’avv. Massimo Gruppioni, che ha evidenziato le fonti normative del diritto allo studio, già nella Costituzione, che nel caso specifico è svolto con l’educazione parentale.
Gli interventi del pomeriggio
Dopo il buffet, realizzato con grande cura dai ragazzi dell’Istituto Alberghiero, la prof.ssa Francesca Gobbo, antropologa e pedagogista culturale, già Professore ordinario di Processi educative nelle società multiculturali, ha presentato alcune esperienze europee in Scozia – con il progetto STEP dell’Università di Edimburgo – e l’Archivio gestito dall’Università di Sheffield. Nell’intervento la docente ha sottolineato l’importanza di valorizzare questo settore, sul piano culturale e della storia dello spettacolo popolare, creando anche maggiore consapevolezza nei ragazzi che vi appartengono.
Il dirigente scolastico Giuseppe Fusacchia che, su mandato del Ministero dell’Istruzione ha elaborato proposte operative, alla firma della competente Direzione generale, ha rappresentato la opportunità di predisporre una circolare ministeriale sulla scolarizzazione dello spettacolo viaggiante in ottica BES, a normativa vigente. È necessario – ha riferito Fusacchia – poter indicare all’atto dell’iscrizione online dei ragazzi il fatto che siano dello spettacolo viaggiante, ad oggi non inserito nelle categorie censite dal sito ministeriale. Da questo fatto discenderanno conseguenze importanti, come la creazione di un fascicolo elettronico che riporterà il curriculum scolastico dello studente, e sarà consultabile da qualsiasi istituto scolastico. La sperimentazione in atto – ha concluso il dirigente scolastico – ha evidenziato la necessità di intervenire anche sull’educazione della scuola primaria e nella scuola media, perché i ragazzi presentano forti lacune nella preparazione, difficilmente colmabili nel biennio della scuola superiore.
Dopo l’intervento della prof.ssa Elisa Marini, che ha presentato un’esperienza effettuata da “Rete senza Confini”, un progetto che coinvolge 17 istituti, con istruzione a distanza e fascicoli predisposti dai docenti, a concludere è stato chiamato l’on.le Edoardo Patriarca, noto per la sua competenza ed attenzione sui temi che riguardano l’associazionismo e il Terzo Settore, che si è complimentato, anche in qualità di docente di scuola superiore, per la esperienza dell’IIS Bruno Munari, che fa parte di quelle che “rendono questo Paese molto bello”. Quella della scolarizzazione dei ragazzi del luna park è un’esperienza di grande qualità, che può essere resa disponibile per le famiglie dello spettacolo viaggiante, ma anche in altre situazioni di fragilità. Sarà necessario – ha detto il parlamentare – valorizzare le esperienze di questi ragazzi sul piano lavorativo, nella collaborazione con l’impresa di famiglia. È molto bella questa esperienza in cui il volontariato collabora con la scuola. Il Viaggio, il vivere itinerante – ha concluso Patriarca – deve essere una occasione per valorizzare il mondo del luna park, che va sostenuto.
Al termine del convegno i saluti dei rappresentanti delle Associazioni di categoria, tra i quali Maurizio Crisanti, per ANESV, che ha sottolineato l’importanza dell’istruzione quale strumento di crescita ma anche indispensabile per gli adempimenti che richiede ormai l’esercizio dello spettacolo viaggiante. I ragazzi del settore, nativi digitali, sembrano pienamente in grado di gestire tutti i dispositivi perché usano Facebook e Snapchat, ma di fronte ad una istanza online, all’utilizzo di piattaforme per l’educazione a distanza, o la lettura di norme tecniche, le difficoltà restano evidenti. Senza adeguato livello di istruzione, si resta l’anello debole in questa società, il primo spezzarsi.
Al termine della giornata, la dirigente Soffritti ha salutato i presenti, dando appuntamento ad una seconda edizione del Convegno.
Cosa è la istruzione parentale
I genitori o gli esercenti la potestà parentale, che intendono provvedere in proprio all’istruzione di minori soggetti all’obbligo di istruzione, devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola viciniore un’apposita dichiarazione, da rinnovare anno per anno, circa il possesso della “capacita tecnica o economica“ per provvedervi. Il dirigente scolastico ha il dovere di accertarne la fondatezza.
A garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione, il minore e tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo.
Questi i riferimenti normativi:
Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, art. 111
Decreto Legislativo 25 aprile 2005, n. 76, art. 1, comma 4