Bello il meeting dei parchi avventura, svolto a Roma lo scorso 12 e 13 novembre. Nei due giorni di lavori ho assistito a workshop su temi importanti, e visitato la esposizione di prodotti per parchi avventura, con i marchi Acropark, con una nuova pedana rispettosa degli alberi, BTG Tecnologie, CAMP, Exploring Outdoor con prodotti Kong, attrezzi per parchi avventura e zip line, Ferriere CIMA con funi ed attrezzi, Ecoavventure per il marchi Clic-it e sistemi di autosicura, Kanopeo con Saferoller.
Ma veniamo ai lavori del meeting: la prima sessione dei workshop, si è occupata del tema dell’accessibilità dei parchi avventura per le persone diversamente abili. Arianna Caccaro ha illustrato l’esperienza dell’Istituto Magarotto, frequentato da persone con esigenze speciali e del parco avventura realizzato nell’area esterna, frequentato anche dalle scuole del Padovano. La docente ha descritto il processo che ha portato alla realizzazione dei percorsi acrobatici e l’esperienza con gruppi di ragazzi non udenti: ad essi, grazie ad alcuni semplici accorgimenti – un fazzoletto colorato sventolato dagli istruttori a terra in caso di necessità ed un briefing nella lingua dei segni – utilizzano il parco avventura in piena autonomia. Io ho descritto le fasi del nuovo approccio al tema dell’accessibilità dei gestori e produttori di attrazioni per parchi divertimento. Con l’avvio del progetto “Una Giostra Per Tutti” – che ha visto coinvolti progettisti e gestori di parchi di divertimento, produttori di attrazioni, Vigili del Fuoco ed Associazioni del mondo delle diverse abilità – si è giunti alla emanazione delle “Raccomandazioni per l’accessibilità ai parchi di divertimento per ospiti con disabilità” da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Il documento include appunto le “raccomandazioni” – qui un mio commento – rivolte a progettisti, gestori ed utenti, e modelli di dichiarazioni liberatorie che possono essere adattate al settore dei parchi avventura, il quale offre una tipologia di attività che richiede necessariamente il possesso di adeguate abilità fisiche e psichiche. Ho apprezzato, in ogni caso, che questo settore si interroghi sul tema del superamento delle barriere architettoniche e dell’accessibilità. Anche in questo campo si dovrà seguire il criterio dell’ ”accomodamento ragionevole”, cioè della valutazione delle azioni che sotto il profilo tecnico ed economico possano essere ragionevolmente adottate per aumentare il livello di accessibilità ed offrire divertimento in sicurezza agli ospiti disabili.
Ho fatto qualche riflessione nel mio intervento: credo sia indispensabile migliorare la comunicazione dei parchi avventura riguardo all’accessibilità delle loro strutture, già dal sito internet, fornendo indicazioni sull’accessibilità del parcheggio, dell’area del parco e dei percorsi acrobatici, creando anche strumenti di comunicazione (dépliant da prelevare online, stampati ecc.). Dall’esperienza dei gestori presenti è emersa la necessità di dedicare particolare attenzione alle prenotazioni di gruppi scolastici o Grest: la modulistica dovrà prevedere necessariamente spazio per indicare se nel gruppo ci siano persone con esigenze speciali, in modo da consentire la migliore organizzazione dell’accoglienza, magari da confermare con una telefonata di un addetto del parco per avere più specifiche indicazioni. Come per i parchi di divertimento, l’accessibilità è un processo che muove soprattutto da un “patto di lealtà” tra gestore – chiamato a garantire la maggiore accessibilità possibile e la sicurezza di ospiti e addetti – utenti con esigenze speciali ed accompagnatori, i quali devono indicare con chiarezza quali siano le reali abilità, per consentire al gestore di effettuare le valutazioni del caso. Non dobbiamo infine dimenticare che un percorso acrobatico o un gioco può essere pienamente accessibile nelle ordinarie condizioni di esercizio, ma può recare comunque problemi di sicurezza quando si tratti di effettuare evacuazioni, in caso di emergenza. Le indicazioni del produttore dell’impianto ed un’attenta valutazione del rischio sul posto offriranno certamente elementi per analizzare il grado di accessibilità del parco avventura.
La mattina seguente ancora workshop. Il primo ha affrontato la questione dell’invecchiamento dei parchi avventura, alcuni dei quali si avvicinano ai 10 anni di età. Di “Arredi e linee vita che invecchiano, avvertenze e precauzioni” ha parlato Annamaria Pinotti, professionista, costruttrice e gestore di parchi avventura. Sono stati mostrati alcuni esempi di criticità che riguardano cavi, pedane ed alberature. Si è parlato anche del compattamento del terreno, dovuto al frequente calpestio, e dei problemi alle radici e del fenomeno dell’erosione dovuta alla pioggia. A seguire Leonardo Perronace, presidente del collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati di Roma, ha tenuto un intervento su “Come cambia la vita di una pianta in un parco avventura, e La VTA”. Sono stati forniti elementi di fisiologia dell’albero in rapporto al suo utilizzo nei percorsi acrobatici e nelle teleferiche. Perronace ha ricordato quali siano gli elementi da considerare nella valutazione visiva dell’albero su basi biomeccaniche (o VTA e presentato alcuni elementi di fitopatologia, raccomandando il sopralluogo di un esperto in arboricoltura almeno una volta all’anno, per prevenire problemi alle piante.
Si è parlato anche di formazione, con Marco Pichetto, gestore e formatore nell’ambito dei parchi avventura. Nella relazione Pichetto ha riassunto gli obblighi del datore di lavoro, introdotti dal d.lgs. 81\2008 e sue modificazioni, e dalla norma tecnica EN15567. Infine Luigi Trippa, ispettore di ente accreditato secondo la norma EN15567, ha concluso gli interventi del meeting presentando le novità introdotte dalla revisione della norma EN15567, ora anche in lingua italiana sul sito dell’UNI.
Il meeting, al quale hanno partecipato circa 70 persone – tra gestori, produttori di parchi avventura ed espositori – ha presentato un settore, composto in Italia da non meno di 200 parchi avventura e zip line, ormai maturo, alle prese con tematiche professionali, i cui gestori hanno desiderio di confrontarsi con i colleghi, mostrando un approccio sempre più imprenditoriale.