Entrare a Cinecittà Studios è il sogno di tanti. A chi ama il cinema farà piacere sapere che all’interno dei circa 40 ettari degli studi della “Hollywood sul Tevere” sono state girate oltre 3.000 pellicole, che hanno vinto complessivamente 47 premi Oscar. Alcuni film, come Everest, sono nelle sale cinematografiche in questi giorni. Oggi gli studi di Cinecittà, anche grazie ad un recente provvedimento del Ministro Franceschini, che ha reso più favorevole il tax credit alle produzioni internazionali che girino in Italia, costituiscono nuovamente una location interessante, a costi vantaggiosi. Tra i film più recenti c’è l’ultimo 007, il remake del colossal Ben Hur e tante altre opere straniere, distribuite in tutto il mondo.
Ma veniamo a Cinecittà Si Mostra, questo il nome dell’esperienza proposta a coloro che vogliano visitare il complesso. Superato lo storico portale di accesso, che include la biglietteria, si viene invitati a seguire una sorta di red carpet, che porta alla palazzina Fellini ed alla palazzina presidenziale, trasformate in luogo per mostre temporanee ed installazioni permanenti. Sul prato spicca in bella mostra Venusia, una scultura che appare emergere dalle acque della laguna veneziana nel film Casanova (2005) di Federico Fellini.
La prima mostra, Perché Cinecittà, illustra la storia degli studi, inaugurati nel 1936, come luogo nel quale il regime fascista aveva creato una industria cinematografica nazionale. In uno dei bei filmati d’epoca si vede una scena di esterni con una enorme scritta “La cinematografia è l’arma più forte”. La frase era stata pronunciata da Benito Mussolini nel 1922, perché egli aveva già compreso che la propaganda politica in un paese con elevatissimo analfabetismo poteva essere diffusa solo attraverso la pellicola. Egli aveva già statalizzato nel 1925 l’Istituto Luce, per creare i cinegiornali, proiettati nelle sale cinematografiche prima dei film – la TV arriverà in Italia solo il 3 gennaio del 1954 – e con Cinecittà concretizzò il sogno di avere grandi stabilimenti di produzione con ampie superfici esterne. Una delle prime realizzazioni fu infatti il film Scipione l’Africano (1936). 50 elefanti ed oltre 1.000 cavalli sono solo alcuni dei numeri del colossal, e danno l’idea di quanto fosse potente la macchina della propaganda. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale Cinecittà si trasformò in campo profughi, per poi vivere anni eccezionali, dopo la scoperta da parte dei produttori americani, ai tempi di Vacanze romane.
Segue poi Girando a Cinecittà. Nelle sale, attraverso un efficace allestimento multimediale, vengono presentati i film più famosi, tra i quali quelli con le grandi star americane (Ava Gardner, Elizabeth Taylor e Richard Burton) ma anche Totò, Gina Lollobrigida – bello il costume originale indossato dall’attrice nel film Cleopatra – Alberto Sordi e tanti altri. Infine è stata realizzata una sala riservata a Federico Fellini, che a Cinecittà ha girato tutti i suoi film più famosi. Ospita manifesti, bozzetti, filmati e materiale che permettono di approfondire il rapporto tra il maestro del cinema italiano e gli studi romani.
Bella anche la mostra Backstage, che riserva una sala ad ognuna delle professioni del cinema, tra le quali quella del regista, con effetti personali di famosi cineasti: Federico Fellini, Sergio Leone, Lina Wertmüller, Martin Scorsese, Carlo Verdone, Roberto Benigni. Dopo il passaggio, suggestivo, all’interno del sottomarino realizzato per il film U-571, si esce dagli edifici che ospitano le esposizioni, ed è possibile visitare il set esterno della fiction Un Medico in Famiglia. Ecco la graziosa stradina sulla quale si affacciano i villini. Tutto è estremamente realistico, comprese le piante e gli arredi, ma basta girare l’angolo e le impalcature mostrano che gli edifici hanno solo facciate.
Infine la parte più attesa della visita, la passeggiata negli studi cinematografici, di proprietà pubblica e concessi dal 1997 a Cinecittà Studios S.p.A., una società del gruppo IEG, che possiede anche i Dino Studios, dove è stata realizzato il parco Cinecittà World. Veniamo accompagnati al Teatro 5, uno dei 22 teatri di posa degli Studios. La guida ci racconta che il Teatro 5 è stato il regno di Federico Fellini – il regista vi si era fatto realizzare anche un appartamento – ed è ancora oggi il teatro di posa più grande d’Europa, con quasi 3.000 mq di superficie, un’altezza di 14 metri ed una piscina interna di 400 mq. L’enorme aula ha ospitato tra l’altro le recenti presenze televisive di Roberto Benigni, con la lettura della Costituzione Italiana. Si costeggia quindi la grande piscina all’aperto , di ben 7.000 mq e chiusa su un lato da un fondale di 80 m per 20 m,nella quale sono state girate imponenti battaglie navali, e si passa a visitare un set recentissimo, che riproduce il cortile del tempio di Gerusalemme, realizzato per un film in uscita nel 2016. Segue poi la visita ad un set che riproduce una piazza italiana quattrocentesca, utilizzato per la miniserie tv Francesco, e per altri film e spot pubblicitari. Infine il grande set di Roma antica, che si estende su due ettari e riproduce alcuni scorci di Roma ai tempi di Giulio Cesare: é stato usato per una serie televisiva statunitense, ma anche per una puntata della fiction I Cesaroni e per il concerto dei Coldplay. Tutte le scenografie dei set sono realizzate da una società interna, che realizza scene di prim’ordine e che ha creato anche molte delle ricostruzioni dei parchi a tema recentemente inaugurati in Italia.
Margini di miglioramento? Come sempre l’esperienza potrebbe essere migliorata, a mio avviso, magari permettendo di affacciarsi ai laboratori delle scenografie, ai magazzini, pieni di calchi di statue romane, e macchinari da ripresa, come Dolly e carrelli vari. E’ di questi giorni al notizia che nel set di Warner Bros. del film Harry Potter – a 40 minuti da Londra- il prossimo 3 dicembre sarà organizzata una cena evento nel set della Sala Grande della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. I set di Cinecittà Studios sono spesso usati per eventi aziendali, e non è facile replicare il successo di una serie cinematografica come quella del simpatico “maghetto”. In ogni caso, le belle ambientazioni degli Studi consentono qualche possibilità in questo senso. In fondo il cinema a Roma è molto amato: è stata lanciata in Settembre una app “Walk in Cinema” – disponibile dal 5 ottobre per iOS ed Android – attraverso la quale sarà possibile consultare la mappa delle location dei film più famosi, conoscere il percorso, attraverso il GPS e vedere sul proprio dispositivo immagini o le sequenze del film preferito, sovrapposte alla scena reale. Attraverso l’utilizzo di tecniche di realtà aumentata, ci si potrà fare un selfie con i protagonisti del film, condividendo il risultato sui social network.
Ed eccomi all’uscita, a ragionare. Ho visitato un museo? Sono in un parco tematico? In effetti è stata una piacevole mattinata, che mi ha ricordato la visita ad un parco di divertimenti a tema cinematografico, ma l’esperienza è invece del tutto realistica: si passeggia in un luogo di lavoro, non concepito per ospitare visitatori, e si accede a veri set cinematografici, in uno dei quali alcuni operai stavano stendendo un pavimento a linoleum che riproduceva un mosaico romano. La differenza è fondamentale. Eppure l’atmosfera non è poi così distante da quella di un parco a tema: dal merchandising, al bar tematizzato, alle mostre multimediali, tutto ricorda che le emozioni che si vogliono evocare, sono quelle di un museo moderno, a metà strada tra un luogo di divertimento, una mostra interattiva ed un luogo da visitare. Bella la miscela.
Cosa lega un’attrazione turistica come Cinecittà Studios da un parco divertimenti? Entrambi i contesti vivono dell’attenzione, della capacità di evocare sensazioni, quello “effetto WOW” tipico delle attrazioni più curate ed emozionanti. Recentemente Renzo Piano, noto archistar, ha dichiarato “Basta musei Disneyland”, ma si sbaglia: le attrazioni turistiche hanno tutto da imparare dal mondo Disney, ne ho già parlato più ampiamente in questo post. Multimedialità, cura del particolare, contesti immersivi ed evocativi, sono elementi necessari se si vuole attrarre pubblico. Lo so, forse parlo da fruitore di parchi divertimento, ma credo che il legame tra finzione nel cinema e nel mondo del divertimento sia solido, perché concepito per evocare nel pubblico le stesse emozioni.
Il grande Walt Disney, che ha creato esempi eccellenti di opere cinematografiche e parchi divertimento, insegna che questo confine tra le due arti è molto, molto labile…
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