Progetto politico, semplice “sfogatoio”? Con questa domanda sono partito da Roma per raggiungere Bergamo, dove si è tenuta oggi una riunione di esercenti spettacoli viaggianti, che segue quella di due anni fa a Bologna. L’assemblea era organizzata da alcuni di esercenti, costituiti informalmente in un gruppo creato su Facebook, che ha un migliaio di follower. Una bella sala, oltre 80 gli esercenti: tra i presenti quelli del parco di Bergamo oltre a colleghi da Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.
Ha introdotto la giornata Ferdinando Uga, animatore del gruppo “Per un futuro migliore dello spettacolo viaggiante”. Nella lunga introduzione Uga ha ricordato di non avere una veste di sindacalista, ma di portavoce delle istanze emerse attraverso Facebook. Egli ha citato tra le persone importanti per la sua formazione Lino Tomaselli – lo ricordo con piacere – e letto i saluti inviati per l’occasione da Sergio Vacondio e Gaetano Talarico, esercenti molto noti nel settore. E’ seguita l’analisi della situazione in cui versa lo spettacolo viaggiante, frazionato in una decina di Associazioni -“troppe”, ha evidenziato Uga, che hanno perso credibilità – e formato da “ottimi solisti, ma pessimi orchestrali”. L’individualismo è una delle cause della situazione attuale, nella quale le amministrazioni comunali non si fanno scrupoli di creare difficoltà o far addirittura saltare il luna park. I casi recenti di Lecco, Ancona e Varese sono emblematici in questo senso. Nel dibattito che ne è seguito molti esercenti hanno espresso le proprie difficoltà, e rivolto critiche alle associazioni, nei confronti delle quali c’è comunque qualche aspettativa. Molti hanno evidenziato la necessità di superare la frammentazione tra le varie sigle, che rappresentano ormai circa un terzo degli esercenti spettacoli viaggianti in attività. La necessità di coinvolgere gli esercenti più giovani – ce n’erano alcuni in sala- è stata richiamata da Amedeo Zanetti. Si è parlato della riforma della legge 337, delle difficoltà legate ai trasporti e della contabilizzazione dell’energia elettrica. In conclusione Uga ha richiamato le associazioni ad una maggiore collaborazione, riconvocando la riunione per il prossimo 16 settembre, per dar conto dei risultati.
Un’assemblea spontanea, quella di Bergamo, non facile da gestire. Tanti i problemi riportati dai presenti: l’immobilismo delle associazioni, gli attacchi ai comportamenti dei delegati nei comuni, le proposte per affrontare il futuro.
Cosa ho imparato? Che è sempre utile il rapporto diretto con gli esercenti, e sentire idee, commenti e critiche aiuta chi deve poi tentare di risolvere i problemi generali. Non tutto ciò che viene detto è praticabile, ma è interessante il dibattito, anche per mettere i problemi su una scala di priorità.
A me sembra evidente che, in alcuni comuni, gli amministratori abbiano perso totalmente l’interesse a riconoscere il valore della festa popolare, e vedono il luna park non come un evento atteso ed apprezzato dai cittadini, ma come elemento di disturbo della routine cittadina. L’ ”evento luna park” è spesso troppo simile a sé stesso, un prodotto certamente collaudato ed apprezzato, che però non trova una sua evoluzione rispetto ad una realtà che corre. La crisi, ovviamente, fa la sua parte: gli esercenti sono preoccupati per il futuro dei loro figli – chi non lo è – che dovranno dare nuovo slancio alle attività di famiglia. Gli itineranti, i viaggiatori, si sentono offesi dalle facili assimilazioni giornalistiche, dall’utilizzo del termine “giostrai” nelle pagine di cronaca giudiziaria, e non nelle notizie relative ad imprenditori del divertimento.
Infine, che non è possibile fare a meno delle associazioni. La democrazia partecipativa offerta dal web è certamente un valore, ma è necessaria una struttura per rivendicare diritti.
Cosa deriverà da questa riunione? E’ apprezzabile che un nuovo impulso dalla base sia di stimolo alle associazioni, che vivono una innegabile difficoltà e scontano alcuni errori. Una parte della categoria è delusa dalle associazioni, altri esercenti – pochissimi in verità – non ne riconoscono l’utilità, pur fruendo quotidianamente di tutte le conquiste ottenute. I più giovani – ai quali dobbiamo dare massima attenzione, in una categoria nella quale essi tardano ad emanciparsi dai propri gruppi familiari – spesso sanno ben poco delle battaglie e delle conquiste ottenute. Una legge di settore, gli abbattimenti sui costi del suolo pubblico, l’IVA al 10%, una fiscalità vantaggiosa, sono risultati che hanno un nome, una storia. Non bastano più: ad essi potranno seguirne altri solo se la categoria saprà mostrarsi compatta agli interlocutori politici, con una struttura di lobby adeguata. Più che consulenti- vengono spesso evocati gli “avvocati”, come soluzione per le difficoltà – in questa fase politica ed economica, servono a mio avviso persone in grado di rapportarsi con le istituzioni nazionali ed il mondo parlamentare. A livello locale invece, è necessario curare la relazione con le Amministrazioni comunali e mostrarsi compatti, collaborando tra associazioni.
Io non sono personalmente innamorato dell’idea che i rappresentati nelle commissioni dovrebbero essere individuati al di fuori dello spettacolo viaggiante. In tutto il mondo categoriale la rappresentanza di interessi economici è affidata agli imprenditori, con il supporto degli uffici. Il problema semmai, è individuare persone competenti, capaci di gestire i propri interessi e quelli dei colleghi, senza approfittarne. Ma questo non è solo una difficoltà delle associazioni, ma dell’intera categoria, che deve saper esprimere rappresentanti disinteressati e preparati. Anche in questo caso vale il concetto che distruggere sia molto facile, costruire invece assai più complesso.
Ho ben chiaro il fatto che tutte le associazioni di categoria sono lo specchio del settore che rappresentano, perché composte e dirette da esercenti. Certamente le associazioni hanno bisogno di affrontare questo tempo in modo nuovo. Possono farcela se anche la categoria saprà individuare al proprio interno persone che abbiano una visione del futuro di questa attività.
Ci vuole coinvolgimento. Chi vede con scetticismo questo movimento dal basso di esercenti attivi sui social network sostiene che non appena si dovrà creare una forma organizzata, e si dovrà richiedere necessariamente qualche euro, molti torneranno a vivere nel proprio individualismo. Spero di no, questa è una buona occasione per rilanciare lo spettacolo viaggiante, fisso o nel luna park, e perdere questa opportunità renderebbe molto fosco il futuro del settore. Bisogna mettersi in gioco, scommettere qualche euro – perché Facebook è gratis, ma la vita reale non lo è – e puntare su persone non “chiacchierate” e capaci. Il resto verrà dalla capacità degli esercenti, che hanno sempre saputo dare il meglio proprio nei momenti più difficili. Il 16 settembre si terrà a Bergamo un nuovo appuntamento, per verificare le possibilità di collaborazione delle associazioni.