Ancora sulla stagione 2015 e parchi divertimento. Una mia intervista su la Stampa, dove parlo di parchi tematici, parchi acquatici e parchi avventura.
Dal quotidiano LA STAMPA
Edizione nazionale del 27/04/15
Lavorare nei parchi divertimento tra montagne russe e avventure
Il settore delle attrazioni vale 350 milioni e impiega 25mila persone
Un po’ per sfuggire alla cappa plumbea della crisi, un po’ per ritrovare lo sguardo felice dei bambini e per trascorrere un po’ di tempo con la famiglia, l’industria delle attrazioni in Italia sta riprendendo la sua marcia. Non solo e non più gli antichi spettacoli viaggianti e le gloriose giostre, ma parchi a tema permanenti, parchi acquatici, tematici e orientati all’avventura. L’industria del divertimento sta ritrovando la sua strada e punta molto sulla ripresa. «Siamo maestri delle attrazioni, che sviluppano un giro d’affari di 350 milioni di euro e danno lavoro a 25 mila persone. Siamo leader europei nella costruzione delle attrazioni – spiega Maurizio Crisanti, segretario generale di Anesv, l’associazione di categoria aderente a Federturismo Confindustria, presieduta da Evelina Christillin -con un centinaio di aziende che producono al 95% per tutto il mondo». La testimonianza la offre il distretto delle giostre esportate ovunque, compreso tra Vicenza, Rovigo e Reggio Emilia, ma anche la Riviera adriatica e il Garda. I nomi più noti sono Gardaland, Canevaworld resort, Mirabilandia e Cavallino Matto. I fiori all’occhiello sono i 200 parchi permanenti con pagamento di biglietto d’ingresso, una dozzina di parchi tematici ormai notissimi, faunistici ed acquatici, e i parchi avventura: si calcola ci le tra questi ultimi che sono ormai 250 ne nascano di nuovi otto-dieci all’anno, un dinamismo spinto dalla voglia di stare all’aperto e di misurarsi con le attività outdoor.
Il paradosso è che nel settore i numerosi operatori, tra cui i maggiori arrivano a impiegare fino a 1.500 persone, non sono riconosciuti formalmente dalle norme come imprese. Poco male, in fondo; loro intanto procedono, per uscire non solo dalla crisi che ha limato il consumo interno, mantenendo però gli arrivi di stranieri (17 milioni di visitatori), ma dai capricci della meteorologia che lo scorso anno è stata piuttosto imprevedibile e negativa. L’altro paradosso, in questo come in alti settori, è la difficoltà di trovare sempre e rapidamente manodopera specializzata con competenze adeguate, un po’ per la stagionalità del settore, un po’ per le carenze del sistema formativo. «Anche in questo campo noi italiani siamo molto creativi -spiega Crisanti – In fondo il nostro settore, l’amusement, rivela una nuova vitalità e dimostra ci i e siamo ancora capaci di vendere emozioni, che poggiano su una forte base di innovazione, tecnologia e sicurezza. Quest’anno le aziende sono fortemente orientate al perfezionamento del prodotto esistente più che a nuove attrazioni».
Gli investimenti oggi sono dedicati soprattutto ai “roller coaster”, vale a dire alle trasformazioni e all’evoluzione tecnico-creativa delle vecchie montagne russe e degli ottovolanti. E l’esperienza per esempio dell’azienda Zamperla di Altavilla Vicentina, fondata negli Anni Sessanta, diventata oggi il punto di riferimento mondiale del settore, il cui titolare spicca nell’albo d’onore dei grandi personaggi dell’industria del divertimento (insieme a Walt Disney e a George Ferris, inventore della ruota panoramica), che ha costruito grandi parchi negli Stati Uniti (Walt Disney), in Cina (Shan-gai) e nei paesi arabi (Abu Dhabi). Luna Park, il parco di Coney Island a Brooklyn New York, dopo anni duri è stato rilanciato grazie alle 22 giostre che sono state prodotte dall’azienda Zamperla. (W.P.)