Visitare un parco di divertimento per imparare? Ho cercato di entrare a Disneyland Paris con questo obiettivo nel corso di una recente visita al resort francese. Percorrendo i viali di una struttura del gruppo statunitense si rimane sempre colpiti dalla estrema cura dei particolari, dalla scelta dei materiali, dalla manutenzione impeccabile delle scenografie. Un parco Disney è certamente uno dei contesti del divertimento nei quali la esperienza dei visitatori è curata in modo quasi ossessivo. Alla Disney non si acquistano attrazioni, si progettano e realizzano esperienze, dietro ogni nuova realizzazione c’è una filosofia che anche il gestore di un’attrazione collocata in un parco pubblico o nel luna park può provare a mettere in pratica nella sua azienda. Un’esperienza, quella della visita, fatta di emozioni, suoni, colori, persone, sorrisi e costumi, con un know-how che ha ormai 60 anni – il primo parco, in California, è stato inaugurato nel 1955 – ma continua a stupire ogni volta che si entri in contatto con il mondo “dove i sogni diventano realtà”. Anche la cura delle aree verdi è eccezionale: in questo periodo, e fino alla fine di Maggio, il parco festeggia la Primavera con fioriture eccezionali, arricchite da composizione scenografiche al centro delle aiole più grandi, e spettacoli che si susseguono durante la giornata dal Castello alla Main Street.
Tutto nel parco è orientato a rendere gradevole la guest experience, e anche sotto la pioggia – che accompagna da anni le mie visite al parco – la struttura risponde con servizi e spettacoli all’altezza della situazione. Le attrazioni al coperto sono numerose, così come gli spazi commerciali e per la ristorazione, ed è possibile sfruttare ugualmente la giornata.
Nell’ottica del migliorare l’esperienza dei visitatori, il parco si è impegnato ad affrontare il problema delle file alle attrazioni nelle giornate di maggiore affluenza. Due sono gli accorgimenti che mi hanno colpito e che hanno registrato forte apprezzamento nei numerosi ospiti italiani. Il primo riguarda il sistema Fastpass, un “saltacode” introdotto dalla Disney nel 1999. Attualmente il sistema, presente con apparecchiature presidiate vicino all’entrata delle attrazioni più richieste, permette di inserire il proprio biglietto e ricevere un coupon con l’indicazione dell’orario al quale presentarsi per utilizzare la fila veloce ed accedere all’attrazione. Gratis. E’ un bel segno di rispetto per i visitatori , quello di assicurare che nel corso della giornata sia possibile fruire di tre o quattro delle attrazioni più richieste.
Il Fastpass del parco, noto anche come Eurodisney, non permette ovviamente di prenotare tutte le attrazioni contemporaneamente, perché un secondo biglietto sarà stampato solo una volta utilizzato il primo, o dopo 2 ore. Il sistema è adottato complessivamente su 10 attrazioni dei due parchi, Walt Disney Studios compreso. Proprio al mio ritorno ho ricevuto una mail da un visitatore di un grande parco italiano che lamentava “So che il business non si tocca. So come funzionano le cose. Ma il xxxx pass, avevo avuto già modo di conoscerlo a Legoland ed a xxxx, non l’ho digerito. Il messaggio è: chi è più ricco passa avanti a tutti. Chi paga è autorizzato a superare. Anche nella vita succede è chiaro. Ma almeno nel parco giochi si dovrebbe insegnare cose belle”. Gli addetti ai lavori conoscono bene la logica che sottende ai “salta coda” a pagamento, scelta necessaria in parchi molto visitati. Anche qui la logica della The Walt Disney Company si distacca: il parco affollato è in ogni caso un’esperienza, ma possiamo renderla più gradevole, ed allo stesso prezzo. Esiste anche il VIP Fastpass, rilasciato agli ospiti dei resort più belli del parco, che tuttavia non impatta fortemente sulle code.
L’altro accorgimento, molto valido ed efficiente, è la fila “Single Riders”, che permette di ridurre i tempi di attesa dei singoli che vogliano provare le attrazioni. Funziona a meraviglia: nel mio caso Raiatuille – spettacolare attrazione inaugurata lo scorso anno – registrava code di 55 minuti, ridotte a 10 per i singoli ospiti. In fila con me, ovviamente, c’erano gruppi familiari che avevano avuto l’accortezza di accedere singolarmente, a distanza di un minuto l’uno dall’altro. Chi ci guadagna? Tutti! Gli ospiti fruiscono di un’attrazione moto richiesta ed il parco aumenta così la portata oraria dell’attrazione, che viaggia sempre al massimo della capacità.
Entrambe le soluzioni hanno un impatto in termini di risorse umane: sia il Fastpass che l’acceso “Single Riders” sono presidiati nel parco, ma è un male necessario, se si vuole migliorare l’esperienza del visitatore ed aumentare la portata oraria delle attrazioni.
Tornando all’esperienza del visitatore, assistere allo show Dreams al termine della giornata è veramente incredibile: video mapping, fiamme libere, fuochi artificiali, laser e fontane danzanti realizzano qualcosa che è difficile da dimenticare. Anche in questo caso gli Imagineers hanno fatto centro!