“Una giostra per tutti”, ovvero l’ accessibilità delle attrazioni per le persone disabili. Questo l’ambizioso obiettivo che ha caratterizzato le due giornate di approfondimento a Minitalia Leolandia. L’11 ed il 12 giugno si sono incontrati a Bergamo medici, progettisti, collaudatori di attrazioni e ragazzi con sindrome di Down o tetraplegie, per valutare insieme come garantire inclusione sociale e sicurezza.
Un rapporto non sempre semplice, quello tra le disabilità e parchi divertimento. Nella prima giornata, coordinata da Stefania Cerino, psichiatra, si sono svolti test nei quali due gruppi di 40 ragazzi, con sindrome di Down, ed altrettanti normodotati, sono stati osservati nell’utilizzare alcune attrazioni e sottoposti ad alcuni test clinici, prima e dopo i giri in giostra. Una giornata impegnativa, nel corso della quale è stata verificata l’accessibilità delle attrazioni e sono stati monitorati i comportamenti degli utilizzatori.
Il giorno successivo si è invece tenuta una sessione di studio, alla presenza dei più autorevoli esperti di sicurezza dei parchi di divertimento di gruppi internazionali, quali Universal Studios e Merlin, oltre a professionisti provenienti dalle maggiori strutture italiane, progettisti di attrazioni e collaudatori delle più note attrazioni a livello mondiale, tra i quali tecnici ADISP UK e TUV tedeschi ed italiani. Molto qualificato anche il gruppo di scienziati, con rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità, neurologi, psichiatri ed esperti di psicomotricità. Erano infine presenti esperti di diritto civile e penale, specializzati nel campo della responsabilità civile e penale nel settore dei parchi di divertimento, oltre a rappresentanti delle Associazioni ANCASVI, ANESV e Coordown. Un evento, quello di Bergamo, che ha preso avvio dal Progetto C+1 e dalla sensibilità della Provincia di Reggio Emilia, delle imprese costruttrici di attrazioni, di alcuni parchi di divertimento e delle Associazioni che rappresentano il mondo delle disabilità. Evento eccezionale, per lo sforzo organizzativo ed il coinvolgimento di professionisti europei e americani, tutti orientati ad individuare i presupposti scientifici, tecnici e legali per la massima inclusione delle persone con esigenze speciali sulle attrazioni dei parchi tematici. L’evento ha confermato che il tema trattato è comune in tutte le parti del mondo, e che l’industria del divertimento non si sottrae all’individuazione di possibili soluzioni.
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La giornata di studio
Il seminario, condotto da Massimiliano Freddi, Direttore di Minitalia Leolandia, è stato introdotto da Antonio Monaco, Direttore regionale dei Vigili del Fuoco della Lombardia, presso il cui Polo Didattico di Dalmine si è svolta la giornata di studio, il quale ha ricordato l’impegno del corpo nell’assicurare la sicurezza dei parchi di divertimento ed il contributo per gli aspetti tecnici nella elaborazione delle norme di riferimento.
Francesca Cirulli, dell’Istituto Superiore di Sanità, ha quindi sottolineato la necessità di trattare il tema delle diverse abilità “spostando il focus da quello che manca a quello che c’è”, con un approccio finalizzato ad evidenziare ciò che si sa fare. Per coniugare accessibilità e sicurezza – ha evidenziato la dottoressa – serve innanzi tutto maggiore conoscenza, per poter valutare i reali fattori di rischio, superando luoghi comuni non supportati scientificamente. E’ seguito l’intervento di Massimiliano Freddi, che ha invece sottolineato le diverse accezioni del termine “accessibilità”, declinato nei concetti di raggiungibilità, prezzo adeguato, corretta informazione e superamento delle barriere. “La possibilità di farsi male – ha sottolineato il direttore di Minitalia Leolandia citando dati IAAPA – è di 1 su24 milioni, e questo dato va adeguatamente pubblicizzato”. La sicurezza, ha sottolineato Freddi, è composta dai concetti anglosassoni di safety e security, e se i visitatori dei parchi sono portati al ritenere che “fare scenate è divertente”, bisogna far in modo che i comportamenti sulle attrazioni siano orientati da informazioni corrette e puntuali. Ha poi preso la parola Gianni Chiari, collaudatore, collaboratore dell’ANCASVI ed organizzatore dell’evento, il quale ha segnalato che bisogna approfondire gli aspetti di responsabilità “dei costruttori? Dei gestori?”, del concetto di “accompagnatore” ed entrare nel merito del concetto anglosassone di ALARP (acronimo di “as low as reasonably practicable”, secondo il quale il rischio residuo deve essere quello più basso ragionevolmente possibile).
Nell’intervento seguente Anna Contardi, esponente del Coordown, coordinamento delle associazioni delle persone con sindrome di Down, ha quindi posto l’accento sulla evoluzione lessicale, passando dal temine “handicappati a disabili, fino a diversamente abili”, che è stata generata da un nuovo atteggiamento della società italiana, confermato dagli ottimi risultati dell’inclusione scolastica. “L’aspettativa di vita di queste persone è 62 anni, – ha rilevato la relatrice – e la maggior parte di loro è attualmente maggiorenne”. Il percorso compiuto nella mentalità delle persone deve evolversi, passando dal ritenere la persona “dipendente da altri ad il più indipendente possibile”. Anna Contardi ha quindi evidenziato tre problemi nella relazione con le strutture del divertimento: l’atteggiamento escludente, in quanto i ragazzi sono somaticamente identificabili, l’”infantilizzazione”, ovvero il ritenerli sempre dipendenti da altri – anche se molti di loro lavorano, sono autonomi e consapevoli – e la considerazione dei genitori come di persone non obiettive né in grado di valutare le situazioni.
Si è poi succeduto sul podio Stefano Vicari, neurologo dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, che ha ricordato gli aspetti medici della sindrome e la storia della sua classificazione da parte del dott. J. L. Down nel 1862. Quanto agli elementi più caratterizzanti – ha sostenuto il professore – può verificarsi un ritardo nello sviluppo motorio, e difficoltà nella produzione verbale. Sul piano invece dei punti di forza c’è una spiccata capacità di apprendimento implicito, ovvero nell’acquisizione di abilità sulla base dell’esperienza. Francesco Manfredi, ortopedico e fisiatra, ha trattato invece il tema delle disabilità fisiche, che sono più evidenti rispetto a quelle intellettive. Nel suo intervento è stata commentata l’esperienza del giorno precedente con ragazzi paraplegici, e mostrato un video nel quale è stata mostrata la possibilità di fruire di alcune attrazioni senza grandi difficoltà, e con vero piacere da parte dei ragazzi. E’ quindi seguito l’intervento di Antonella Piccotti, insegnante di scienze motorie – che ha effettuato i test di equilibrio nel corso della giornata a Minitalia – la quale ha commentato le modalità di integrazione nella scuola italiana. Da una prima elaborazione dei dati rilevati – ha affermato la professoressa – non si sono evidenziate variazioni tra i due gruppi di ragazzi nei rilievi effettuati prima e dopo l’utilizzo delle attrazioni.
L’intervento di Giorgio Caramori, legale di grandi parchi di divertimento ed imprese costruttrici di attrazioni, ha evidenziato l’opportunità di definire i confini delle responsabilità dei gestori e dei produttori. Nella sua esperienza forense, Caramori ha segnalato di aver sempre perseguito l’obiettivo di dimostrare che è necessario rispettare le prescrizioni di produttori e gestori, dimostrando l’incidenza causale del comportamento degli utilizzatori. Anche Licia Giannini, legale di Minitalia Leolandia, ha commentato una figura chiave nella relazione tra parco ed ospiti con diverse abilità, quella dell’accompagnatore. L’avvocato si è anche soffermata sull’utilizzo della dichiarazione liberatoria, che deve essere interpretata come “atto di scienza”, ovvero dichiarazione di conoscenza di informazioni e fatti giuridicamente rilevanti, la quale sarà sottoscritta dall’accompagnatore del ragazzo minorenne “in correttezza e buona fede”. Si è quindi succeduto Thomas Sheehan, legale americano, il quale ha spiegato che negli Stati Uniti una norma del ’99 impone di rendere accessibili i luoghi pubblici a tutte le persone. Il legale ha segnalato che sono state predisposte delle linee guida, la cui applicazione ha portato ad individuare specifiche soluzioni, quali i tornelli da 150 cm, veicoli nelle attrazioni con caratteristiche adeguate, accorgimenti per trasferire persone diversamente abili. Anche l’organismo ASTM, ente di normazione statunitense, sta focalizzando l’attenzione sulla figura dell’accompagnatore. Infine
Stefano Zanut, funzionario dei Vigili del Fuoco di Pordenone, ha infine segnalato che una circolare del 2002 ha individuato linee comportamentali per la valutazione dei rischi riguardo alle persone diversamente abili, attraverso misure preventive, impiantistiche e gestionali. E’ stato poi emanato dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco sul “Soccorso alle persone disabili, indicazioni per la gestione dell’emergenza”. Zanut ha poi presentato un video nel quale alcuni ragazzi autistici hanno partecipato ad una esercitazione con i Vigili del Fuoco, simulando un’emergenza.
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