Un parco avventura come meta per un viaggio d’istruzione o gite scolastiche. E’ questa la proposta che molte strutture presentano agli istituti scolastici, offrendo una valida opportunità per una giornata all’insegna della natura, ma ricca di aspetti formativi.
Molti parchi avventura hanno elaborato proposte interessanti per le scuole, che riguardano in genere l’attività fisica e il rapporto con la natura, ma anche la formazione di uno spirito di gruppo, una sorta di team building per ragazzi. I programmi formativi offrono ovviamente la possibilità di provare i percorsi, attraverso i quali gli studenti imparano a prendere dimestichezza con i dispositivi di protezione individuale, a conoscere le attrezzature, ad indossare un imbracatura ed apprendono le manovre che permettono di avventurarsi in sicurezza tra gli alberi; peraltro le manovre non sono particolarmente diverse da quelle che si usano per percorrere vie ferrate.
Effettuando i percorsi si mettono alla prova le proprie abilità, si scoprono attitudini, si trovano in se stessi le soluzioni alle difficoltà e si accresce l’autostima. Attraverso attività comuni si verificano le dinamiche di gruppo, che in occasioni così forti sul piano emozionale, vengono rese evidenti, e si sviluppa l’aggregazione tra compagni, alle prese con le stesse, divertenti difficoltà. Alla esperienza sui percorsi acrobatici viene spesso unita un’attività con laboratori su temi ambientali o legati alla creatività, ad esempio con realizzazione di erbari, esperienze di osservazione della presenza di animali attraverso le tracce rilevabili nel bosco, o apprendimento delle tecniche di orientamento attraverso mappa e bussola.
Le esperienze di alcuni parchi avventura nel settore delle gite scolastiche
Nei parchi avventura il settore delle gite scolastiche è in crescita, e sempre più frequenti sono le iniziative organizzate in collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali, alcuni dei quali si sono mostrati sensibili a questa attività, che non è sempre ben accolta nelle scuole, ma assai di più dagli studenti. Sono tante le esperienze in questo campo, ed abbiamo voluto evidenziarne alcune, collocate in ogni parte d’Italia: iniziamo con Orme nel Parco, il parco avventura calabrese, collocato negli splendidi boschi della Piccola Sila.
Massimiliano Capalbo – una laurea in scienze della comunicazione e master in management del prodotto turistico – ci ha raccontato che Orme nel Parco “è stato inaugurato nel maggio del 2008 e sin dal primo momento, ancor prima di essere inaugurato, abbiamo guardato alle scuole come interlocutore principale e privilegiato del parco. Già nell’autunno 2007 infatti, abbiamo provveduto ad inoltrare le nostre proposte presso la maggior parte delle scuole calabresi, in particolare presso le ricadenti in quello che, all’epoca, abbiamo considerato essere il nostro bacino d’utenza primario, ovvero le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.
Poiché la nostra struttura ricade nel territorio del Parco Nazionale della Sila abbiamo pensato di arricchire la nostra offerta con attività quali le escursioni naturalistiche e l’educazione ambientale, animazione, l’orienteering e i viaggi sentimentali (pagine di libri che evocano le leggende dei luoghi in cui operiamo, recitate da attori in carne ed ossa nel bosco). Orme nel Parco intende sempre più configurarsi come tour operator specializzato nel segmento scolastico per la proposta di visite ai parchi naturali calabresi (Pollino, Sila, Serre e Aspromonte) e per fare ciò investe gran parte del tempo e delle risorse (umane e finanziarie) nella elaborazione delle proposte per le scuole e nella formazione del personale per arricchire e innovare la propria offerta.
L’anno scolastico 2008-2009 ha visto Orme nel Parco diventare attrattiva di interesse per le altre province calabresi (Cosenza e Reggio Calabria) e anche per le scuole della Puglia e della Sicilia e a configurarsi come un punto di riferimento per il turismo naturalistico nel Sud Italia. Quest’anno (il terzo anno di attività) rafforzeremo l’area commerciale e cercheremo di proporci presso l’Ufficio scolastico regionale e presso il Parco Nazionale della Sila per stringere sinergie e collaborazioni in questa direzione. Crediamo che il mercato scolastico stia cambiando e che all’interno dei nuovi scenari che si prefigurano all’orizzonte, la nostra offerta possa rappresentare una novità in termini di offerta e di approccio“.
Michele Morganti, di Exploring Outdoor, e del Parco Avventura di Veglio ci ricorda che “I viaggi d’istruzione sono una risorsa fondamentale per la sopravvivenza di un parco avventura, specialmente per quelli situati in zone con scarsa vocazione turistica. Con il Parco Avventura Veglio, fra i molti che abbiamo costruito quello che gestiamo direttamente, abbiamo lavorato sin da subito per proporre l’attività alle scuole, convinti del valore che un’esperienza in un percorso acrobatico sospeso possa avere per la formazione dei ragazzi di ogni età. Dal 2005, anno dell’apertura del parco, abbiamo proposto inizialmente solo i percorsi sospesi per poi affiancarli ad attività complementari per rendere sempre più appassionante e formativa una gita presso la nostra struttura.
Il trekking nei sentieri della zona e le esperienze di orientamento sono senza dubbio le attività che si sposano meglio con una gita di questo genere, dove il contatto con la natura e lo stare insieme all’aria aperta sono certamente elementi fondamentali. Non dimentichiamoci poi che già le attività di briefing ed equipaggiamento iniziali, obbligatorie per il rispetto delle normative, sono momenti con forti valenze formative per qualunque attività in sospensione o più in generale caratterizzata da forte auto-responsabilizzazione. Nel corso degli anni abbiamo comunque rilevato in diversi casi una certa riluttanza dei dirigenti scolastici a prevedere fra le gite dell’anno quelle in un parco avventura, vuoi per i costi, decisamente più elevati di un “semplice” ingresso a un museo, ma altrettanto decisamente importante dal punto di vista formativo, oppure per una presunta pericolosità dell’attività sospesa, ormai ampiamente smentita dalle sempre più rigide normative del settore e della grande attenzione posta alla sicurezza degli utenti.
Proprio per migliorare la percezione positiva di una gita al parco avventura, da quest’anno, abbiamo iniziato una collaborazione con l’ufficio provinciale di educazione motoria fisica e sportiva che, pur non garantendo alcun sostegno finanziario, ci permette di veicolare in modo più diretto le informazioni sulle nostre attività, contribuendo a organizzare alcune giornate open-day dedicate agli insegnati di educazione fisica. Crediamo che queste tipologie di viaggi d’istruzione possano avere sempre più presa nei confronti delle scuole. Le esperienze estere ci insegnano che in molti casi queste attività fanno parte integrante dei programmi didattici ed è nostro obiettivo far entrare l’idea del parco avventura nei POF (Piani dell’Offerta Formativa), almeno delle scuole più vicine al nostro parco, aggiungendo magari la possibilità, per alcuni istituti, di cominciare l’attività in aula con la visita di alcuni nostri istruttori”.
Anche Franco Di Carlo, titolare dal 2004 di Acropark srl, società che possiede tre parchi avventura, due in Trentino ed uno in Veneto ci ha risposto che “Da parte nostra una vera offerta didattica ed una azione commerciale strutturata per il mondo della scuola, è iniziata in autunno del 2005. E’ stato un inizio piuttosto difficile ed impegnativo perché nessuno ancora sapeva cosa fosse un Parco Avventura. Attraverso i provveditorati e gli uffici provinciali di educazione fisica invitammo i docenti a venire gratuitamente nei parchi scrivendo loro: Le parole hanno un potere immenso, ma nonostante ciò è difficile descrivere le emozioni che vivrete nei nostri parchi. La miglior cosa è farvi provare di persona.
Abbiamo quindi organizzato giornate didattiche esclusive per i docenti, offrendo loro buffet e proponendo attività patrocinate della provincia. Abbiamo partecipato a fiere sul turismo didattico come il Children’s Tour di Modena, e sono stato relatore ad eventi di incontro scuola-lavoro a Vicenza, Bologna, Roma. a gennaio di quest’anno, a Roma, chiesi ai circa 200 presenti chi conoscesse i parchi avventura: hanno alzato la mano in 5. Quanto c’è ancora da fare! Ma non mi perdo d’animo, lavorare per i ragazzi è appassionante e fa uscire dalla dimensione del mero business. Per le scuole che desiderano organizzata l’intera giornata abbiamo messo a punto alcune attività complementari, utilizzando le risorse del posto. Ecco quindi che oltre ai percorsi avventura, per i quali abbiamo dato forte valenza al momento del briefing d’istruzione, si affiancano lezioni di orienteering con istruttore federale, passeggiate con guida naturalistica, prove su parete d’arrampicata. A seconda del parco abbiamo altre vicinissime attrattive come uno scavo archeologico, un museo minerario, un lido con laghetto balneabile”.
Ma quanto incide il mondo della scuola sui parchi avventura? “Nella mia area il 2009 è stata una bella annata dal punto di vista del meteo ed in totale abbiamo avuto circa 36.000 clienti. Se dovessi suddividere la clientela i 3 categorie e valutare la rilevanza numerica, il risultato a grandi linee sarebbe: turisti in vacanza e tempo libero 70%; centri estivi, grest, e associazioni 20%, gite scolastiche 10%. Se poi facciamo una valutazione economica, dato che a scuole e studenti si devono praticare tariffe molto contenute, si scopre che il turismo scolastico incide ben meno del 10% nel fatturato. Sovrapponendo il calendario di apertura del parco con il calendario dell’anno scolastico si vede subito che i giorni disponibili per le gite scolastiche sono davvero pochi e cadono in periodi di meteo facilmente sfavorevole.
In caso di brutto tempo è difficile per un parco avventura offrire un’attività alternativa a gruppi di 60-120 persone ( 1-2 corriere), quindi la gita viene rimandata o più spesso annullata. Altro aspetto da affrontare è la diffidenza di alcuni docenti e genitori sulla sicurezza. Una minoranza, disinformata o troppo ansiosa, può ritenere temeraria la proposta ed obbligare tutta la classe a scegliere qualcosa di più tranquillo. Acropark ha conquistato una ottima reputazione e vi sono scuole che da 4 anni tornano sia in autunno sia in primavera. Ambiente, natura, movimento troppo spesso mancano ai nostri ragazzi, invece devono far parte del loro percorso di crescita“.
Le scuole e le difficoltà a programmare gite scolastiche in un parco avventura
Le risposte dei nostri interlocutori hanno offerto un quadro della realtà molto interessante. Da una parte sono emerse le difficoltà nella relazione alcuni dirigenti scolastici, superate da alcuni grazie alla collaborazione degli Uffici Scolastici regionali, dall’altra la non significativa incidenza sui bilanci delle imprese, a causa di una politica dei prezzi piuttosto contenuta. Sono tuttavia molte le ragioni che inducono i gestori dei percorsi acrobatici a proseguire nella collaborazione con il mondo della scuola: la consapevolezza che il pubblico di ogni attività sportiva o ludica va formato, affinché senta il desiderio di cimentarsi con le esperienze che si offrono. In altre parole ospitare scolaresche consente di avvicinare potenziali frequentatori, i quali si muovono ancora con il gruppo familiare.
Inoltre negli esercenti c’è spesso la consapevolezza del fatto che un’impresa che si rivolge ad un pubblico giovane debba cercare una relazione con il territorio che la ospita, e non può sottrarsi dal vivere questo legame nell’ambito della propria “responsabilità sociale d’impresa”, nella certezza che un’azienda che si muove bene nella realtà che la circonda offre certamente un’immagine positiva del proprio esistere. Infine non c’è dubbio che il tentativo di destagionalizzare la propria attività estendendo, su prenotazione, il periodo di apertura sia un obiettivo che ogni imprenditore che operi nell’ambito dei servizi complementari al turismo è costretto a perseguire, e quello del turismo scolastico resta un settore interessante nei periodi più in certi periodi dell’anno.