Associazione o società sportiva dilettantistica? E’ un interrogativo che i gestori di alcuni parchi avventura – ma anche laser game e piste di pattinaggio – che hanno scelto questa formula devono porsi. Molti sono gli aspetti comuni: entrambe sono soggetti senza fini di lucro né hanno la possibilità di distribuire utili. Sia la ASD che la SSD possono avvalersi del particolare regime dei compensi agli istruttori, con totale esenzione da imposte dirette o sostitutive sui redditi fino a €7.500 e del 23% su quelli che superano di poco i 28.000 euro, se iscritte allo specifico registro gestito dal CONI. Inoltre ad entrambi i soggetti è applicabile la fiscalità di favore di cui alla legge 398/81, con determinazione forfettaria di Iva e imposte dirette.
Innanzi tutto è necessario verificare se l’attività sportiva promossa dalla ASD è inclusa nell’elenco del CONI. Nel 2017 si è creata molta confusione ed è bene effettuare una verifica: purtroppo non è più possibile iscrivere nel Registro CONI le associazioni sportive dilettantistiche e le società sportive dilettantistiche non inserite nel nuovo Elenco delle discipline sportive deliberato dal Comitato Olimpico Nazionale.
Quali le differenze? La più evidente riguarda l’aspetto della responsabilità. l’art. 38 del Codice Civile prevede che “Per le obbligazioni assunte dalle persone che rappresentano l’associazione i terzi possono far valere i loro diritti sul fondo comune. Delle obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione”. In sostanza, nelle Associazioni sportive gli amministratori rispondono anche con il proprio patrimonio nei confronti di crediti verso fornitori, dipendenti, amministrazione finanziaria ecc.. La Società sportiva dilettantistica, invece, deve avere un capitale sociale – è di fatto una srl – ma è in sostanza una srl, dunque risponde solo nella misura dello stesso. Questo aspetto non deve mai essere sottovalutato, soprattutto in attività nelle quali c’è presenza di un pubblico che, anche solo per comportamenti sbagliati, può ricevere danni e richiedere risarcimenti.
Poi, certamente il “voto capitario”. Entrambi i soggetti devono avere uno statuto su base democratica, per potersi avvalere delle agevolazioni. Tuttavia nelle ASD vige il principio “una testa un voto”. Le Associazioni che, correttamente, iscrivono tutti gli appassionati, rischiano di avere un libro soci con 10.000 persone, con la difficoltà di convocare assemblee, ed il pericolo che un gruppo di soci – semplici frequentatori – possa eleggere in assemblea un nuovo consiglio direttivo, esautorando i soci “fondatori”. La SSD invece permette una forte distinzione tra i Soci della srl e i frequentatori degli impianti.
Certo, afferma qualcuno, non ci sono solo vantaggi nello scegliere la società di capitali rispetto all’associazione: nella SSD aumentano i costi di gestione, perché a fronte di un semplice rendiconto ed una fiscalità molto semplice, la società ha un bilancio da depositare, ed un consulente fiscale da pagare. Inoltre non è consentita l’apertura di un bar circolistico, e per gestire la somministrazione è necessario avere i requisiti richiesti per l’apertura di un pubblico esercizio, a differenza della ASD. E’ un problema? per alcuni locali certamente, ma per situazioni nelle quali il bar funzionerebbe anche aprendolo a comuni avventori, il particolare regime dello spaccio circolistico limita fortemente il volume d’affari. Infine la SSD non ha la possibilità di accedere al 5 x 1000.
Su quali elementi basare la scelta? Certamente sugli aspetti dimensionali: una struttura frequentata da migliaia di persone, con attrezzature di rilievo, un numero di Soci che non permette una corretta gestione della vita sociale, deve orientarsi verso la SSD. Anche la rilevanza della responsabilità limitata è da mettere in conto. Dover rischiare il proprio patrimonio familiare per un incidente occorso ad un cliente o una vertenza sindacale non è consigliabile. La associazione sportiva dilettantistica è indubbiamente una modalità interessante per gestire attività ludico-sportive, ma è bene interrogarsi sui reali vantaggi, molti dei quali comuni alla società sportiva dilettantistica, e sui rischi di un assetto che in molti casi non è dimensionato rispetto all’attività svolta.